Cronaca

Frode fiscale per 1,4 miliardi GdF sequestra beni per 180 milioni tra cui due appartamenti sul cremasco

AGGIORNAMENTO – Ci sono anche due appartamenti con box ubicati sul cremasco, tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza in una vasta operazione che ha portato in carcere e ai domiciliari 17 persone (e altre 8 con obbligo di presentazione alle p.g.)  con l’accusa di aver frodato l’erario per 1,364 miliardi di euro, attraverso fatture false e compensazioni illecite. Gli appartamenti sono riconducibili ad un’immobiliare con sede fuori provincia. Una maxi operazione denominata “All inclusive” illustrata in mattinata a Brescia dal comandante provinciale della Gdf bresciana col. Salvatore Russo e dal procuratore di Brescia Tommaso Buonanno.

A smascherare l’attività, che aveva il suo ‘cervello’ in uno studio di consulenza tributaria e del lavoro di Milano, è stata la Guardia di Finanza di Brescia, coordinata dalla locale Procura. La compagnia di Chiari della GdF ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip. “All inclusive” è stata battezzata l’operazione, in quanto lo studio tributario forniva a 176 società clienti operanti nel settore edile, un pacchetto completo, con tanto di notaio, domiciliazione fittizia, prestanome, tenuta ed aggiornamento della contabilità, presentazione di falsi modelli di versamento mediante F24. Tra le società coinvolte ce ne sono anche alcune della provincia di Cremona, ma il ‘giro’ era molto ampio e coinvolge una ventina di comuni tra le province di Genova, Milano, Bergamo Brescia, Pavia, Varese, Verona e Catania. Complessivamente sono stati sequestrati beni per oltre 180 milioni di euro e sequestrati 58 autoveicoli, 199 unità immobiliari, e 22 terreni.

Alle 25 persone raggiunte dai provvedimenti del Gip (nessun cremonese, bensì residenti a Brescia, Bergamo, Lodi, Varese e Parma) sono contestati a vario titolo: dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, indebita compensazione, truffa aggravata, bancarotta fraudolenta, impiego di denaro, beni od utilità di provenienza illecita, sostituzione di persona, falsa dichiarazione ad un pubblico ufficiale sulla propria od altrui identità e, soprattutto, l’associazione a delinquere a carico dei responsabili dello studio e dei loro prestanome.

Le indagini, iniziate nel 2015, hanno permesso di dimostrare una serie di reiterate condotte fraudolentemente poste in essere nel tempo da uno studio di consulenza tributaria e del lavoro di Milano, i cui consulenti hanno fornito ai propri clienti una vera e propria “assistenza frodatoria” fiscale e previdenziale, falsificando le contabilità societarie con fatture inesistenti – prodotte tramite l’utilizzo dei loghi di ignare imprese del settore – al fine di creare la provvista d’I.V.A. necessaria da poter poi utilizzare nelle successive compensazioni d’imposta, attraverso la presentazione in banca di falsi modelli di pagamento F24.

“La scoperta di gravi frodi come questa – dichiara il col. Russo –  è il prioritario obiettivo a cui tende il dispositivo operativo del Corpo nell’ambito del contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali: dispositivo che dal 2018 sarà ancora più efficace grazie alle ulteriori direttive in materia in vigore da pochi giorni con la nuova circolare n. 1 del 2018 del Comando Generale della Guardia di Finanza. Chi utilizza fatture false e mette in piedi sistemi articolati e complessi di frode come quelli dell’odierna indagine è un vero e proprio criminale fiscale che sottrae risorse fondamentali per lo sviluppo e la crescita economica del Paese, a discapito degli imprenditori e professionisti che svolgono ogni giorno la loro attività nel rispetto delle regole”.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...