Cronaca

I docenti del liceo di Scienze Umane: 'No all'accorpamento con l'artistico Munari'

84 firme contro l’accorpamento del Liceo delle Scienze Umane all’artistico Munari. E’ quanto hanno raccolto i professori dell’indirizzo del Racchetti, incontrando comprensione anche tra gli altri colleghi di istituto.

L’accorpamento è stato deciso in sede di Consiglio provinciale, per garantire l’autonomia al Munari, che ad oggi vede appena 601 iscritti (a fronte dei 600 necessari all’autonomia) e che con l’unione a Scienze Umane salirebbe a 1.250 alunni.”Ci siamo interrogati sulle motivazioni di coloro che hanno deciso o hanno contribuito alla decisione e che paiono tutti molto soddisfatti:  dal presidente della Provincia Viola alle organizzazioni sindacali, da Forza Italia (che evidentemente ha potuto contare sull’appoggio o sul silenzio di tutti gli altri partiti) al gruppo consiliare cittadino”.

Tutti contenti dunque? parrebbe di no: “No. A noi, che non siamo numeri da spostare ma professionisti con un nome e una storia legata a questa scuola, l’operazione pare discutibile sia nel metodo che nel merito. Smembrare e accorpare scuole non è una banale operazione aritmetica ed è evidente che non basta che i conti tornino sotto il profilo numerico”. La storia dei docenti di questo indirizzo è iniziata nel 1995, quando l’allora istituto magistrale Albergoni è stato accorpato al Racchetti e le due scuole, diventate una, iniziarono a condividere un progetto educativo che privilegiava la formazione umanistica. “E’ stata un’integrazione proficua, anche se faticosa, sia dal punto di vista logistico, sia dal punto di vista didattico”.

In questi anni il polo scolastico si è allargato, includendo lo Scientifico Da Vinci e creando un istituto liceale ancora più grande: “Evitando di farci troppe domande sulle reali motivazioni che hanno fatto da comune denominatore a questo Risiko di cui le scuole erano le pedine, abbiamo voluto vedere e trovare le ragioni ideali e culturali per riaffrontare, come Sisifo, la nuova fatica”.

Un processo in divenire, che costa ai docenti “impegno e dedizione. Essenziali sono stati i ragazzi, che si sono inventati modi e occasioni, dalle felpe di istituto alle attività sportive, alle feste, per scoprire e vivere con serenità questa nuova appartenenza. Gli sforzi ci stanno ripagando: il Liceo delle Scienze umane, l’Economico sociale, il Linguistico, il Classico, lo Scientifico offrono una qualificata e articolata formazione liceale solidamente inserita nel territorio e il lavoro di tutti noi ha saputo creare organismi rappresentativi unitari, progetti didattici, relazioni umane uniche e insostituibili con alunni, genitori e colleghi”.

Ed è per questo che i docenti non riescono a comprendere le ragioni per cui l’IIS Racchetti – Da Vinci debba essere privato di una delle sue parti. “Ma se a noi sfuggono perché non condividerle con noi e con la cittadinaza? Perché non rendere noti i criteri adottati?
Sappiamo bene noi, come sa chi ha deciso, che a Crema esistono realtà scolastiche decisamente più sovradimensionate della nostra, collocate oltretutto in contesti urbani logisticamente più adatti a favorire la nascita di una nuova scuola che comprenda il Liceo artistico e, al suo interno, quel seicentunesimo alunno alla cui presenza si lega l’autonomia amministrativa e dirigenziale della scuola stessa.
E allora perché ancora una volta tocca a noi?

Il consiglio di istituto si è espresso unitamente contro questa decisione, “ora desideriamo dirlo coralmente anche noi docenti dell’IIS Racchetti – Da Vinci: NO a questa amputazione che ci pare davvero priva di argomenti in grado di collocare il bene della scuola al primo posto”.

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