Cronaca

Referendum: per i Giovani Padani 'un plebiscito', per Bordo 'un doppio flop'

A sinistra i Giovani Padani. A destra il parlamentare Franco Bordo
I commenti “del giorno dopo” al referendum non si esauriscono con i segretari di partito. Molti esponenti politici locali, a diversi livelli, stanno esprimendo la propria opinione riguardo il voto al quesito referendario di ieri.
Largamente prevista la reazione degli esponenti del Carroccio (in questo caso il gruppo cremasco de I giovani Padani): “Un plebiscito! – ha detto il coordinatore del gruppo Daniel Bressan – quanto accaduto ieri è un passo importantissimo per la nostra regione, un big bang riformista come l’ha voluto definire Luca Zaia. L’indicazione è fortissima, Roma dovrà dare delle risposte! Chiediamo a Maroni di avviare subito la trattativa per rivendicare maggiore autonomia!”.
Di tutt’altro tono le parole del deputato Mdp Franco Bordo, che bolla il referendum come una farsa e sottolinea “il doppio flop conseguito dai promotori di questa consultazione, in primis Maroni e Lega, ma anche 5 Stelle”. E i fallimenti della consultazione referendaria secondo Bordo sarebbero la “partecipazione molto contenuta e la  gestione del tanto sbandierato voto elettronico, con tempistiche di uscita dei risultati vicine al ridicolo, quando un voto tradizionale avrebbe consentito di conoscere i dati quasi in tempo reale”.
Un risultato che “è stato subito strumentalizzato – prosegue il parlamentare – e questo è inaccettabile. solo un nuovo governo democratico di centrosinistra della regione potrà veramente approfondire le questioni della sussidiarietà e della partecipazione degli Enti locali, nel contesto di una partita più grande e complessa, quella dei servizi che vengono erogati ai cittadini lombardi”.
Ma, dall’altra parte, i Giovani Padani rimarcano quanto in questi mesi di campagna referendaria “Abbiamo cercato il più possibile di spogliarci del nostro colore politico, in questa battaglia che ritenevamo trasversale. I dati sul cremasco ci hanno premiati. Un motivo di orgoglio e soddisfazione soprattutto se consideriamo la campagna di contrasto a questo referendum operata da quella parte di politica che ancora una volta non ha saputo deporre lo scontro ‘a prescindere’ per iniziare veramente a fare gli interessi del proprio territorio”.
ab

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