Cronaca

Banca Etica delusa dalla fuoriuscita dei Comuni di Crema e Cremona

Il coordinamento dei soci della Banca Popolare Etica della provincia di Cremona prende posizione sulle recenti delibere di alcuni comuni di cedere le loro azioni della banca, tra questi il comune di Cremona, quello di Crema e la Provincia di Cremona. Partecipazioni ‘liquidate’ nei giorni scorsi, in sede di ricognizione delle partecipate, in quanto giudicate non funzionali agli scopi dell’ente.

Che un ente locale detenga una partecipazione, spesso simbolica, in Banca Etica, significa rivendicare – e ce n’è bisogno – il profilo pubblico dell’attività creditizia e del risparmio, in linea con l’articolo 47 della Costituzione. Nel trattare i beni della terra, dell’acqua e dell’aria, ma anche del paesaggio e monumentali in genere, è evidente che non si possa soccombere alla logica del profitto privato. Ciò è sempre più vero anche in materia di credito, considerando il suo cruciale ed enorme impatto sulla vita delle popolazioni di tutto il mondo.

Noi pensiamo che sia connesso con le finalità istituzionali dell’ente locale sostenere la finanza etica. Non a caso la modifica al T.U. bancario del 7.12.16 (che introduce i requisiti che una banca deve avere per essere definita etica) ha proprio riconosciuto ad essa una specificità e un preciso valore, che sta in quel tutelare il bene comune nel settore del credito. Non è questa una visione delle cose maggioritaria, ma per questo è particolarmente preziosa.

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