Cronaca

Referendum, ieri sera incontro con Maroni: 'E' un'occasione straordinaria. Cogliamola!'

Da sinistra Bordo, Bonaldi, Zanolli, Maroni, Fava

“Il referendum è un’occasione straordinaria, cogliamola!”. E’ stata un’esortazione all’unità dei lombardi quella espressa ieri sera dal governatore regionale Roberto Maroni, per avanzare al Governo una richiesta che “riguarda tutti, non i leghisti”. Davanti a un nutrito pubblico il presidente di Regione Lombardia con il suo assessore Gianni Fava ha spiegato le ragioni del Sì al referendum per l’autonomia. Accanto ai due esponenti del Carroccio Stefania Bonaldi sindaco di Crema che, come altri suoi colleghi del Pd, voterà a favore, seppur con “motivazioni differenti”. Presente al tavolo dei relatori anche il parlamentare Mdp Franco Bordo, unica voce contro la consultazione referendaria. A moderare l’incontro organizzato dal Comitato Cremasco per il Sì al referendum, il giornalista Vittoriano Zanolli.

“La Lombardia ha un residuo fiscale (differenza tra le tasse pagate allo Stato e quanto questo restituisce alla Regione, ndr) che oscilla tra i 54 e i 56 miliardi di euro. Perché non tentare di tenercene anche solo una parte?”, ha esordito il governatore che più volte durante la serata smarca la propria persona dal referendum: “all’ultimo che lo ha personalizzato non è andata benissimo”. Ma stoccata a Matteo Renzi a parte, Maroni spiega con semplicità e precisione che la consultazione per l’autonomia permetterebbe a Regione di “portare sul tavolo con il Governo le carte per una forte negoziazione delle materie che potrebbero essere di competenza regionale”. Materie che riguardano, per esempio, il Lavoro, la Sanità nella sua completezza, l’Ambiente, le Professioni… Si dice anche disposto ad andare a Roma il giorno seguente alle votazioni, con i sindaci del Pd e con lo stesso Giorgio Gori, suo prossimo avversario per la presidenza, “perché questo referendum non deve avere colori politici”.

Un parere che ha trovato spazio anche nelle motivazioni del sindaco Bonaldi: “Voterò sì, e lo farò convintamente, perché credo che le ricadute sulla comunità potrebbero essere positive. Se una cosa positiva viene proposta dal mio avversario politico sono disposta ad accettarla. In politica dobbiamo imparare ad abbandonare recinti e prossimità”. E se già in città qualcuno sostiene che la Bonaldi stia ‘andando a destra’ ha poco da temere: “Forse si poteva iniziare tempo fa una trattativa con il Governo senza referendum, come ha fatto l’Emilia Romagna, riuscendoci. Ma mi rendo conto che a volte essere dalla medesima parte politica favorisca il dialogo. Per esempio io ho spesso avuto difficoltà nel farmi ascoltare da Regione Lombardia…”. Un appunto sul referendum la Bonaldi lo ha avanzato anche per il tema dei costi: 50 milioni di euro circa, anche per l’introduzione del voto elettronico. Ma Maroni ha risposto dicendo che i tablet acquistati per la consultazione saranno donati poi alle scuole e, soprattutto, potranno essere riutilizzati per altre occasioni di voto.

Più scettico il parere di Franco Bordo, che ritiene si possa iniziare una trattativa con il Governo centrale senza la necessità del referendum, “che comunque non porterà automaticamente più soldi alla Lombardia. Semplicemente, se il percorso legislativo all’esito del referendum dovesse andare a buon fine, sarà riconosciuta alla Regione la possibilità di avere maggiore autonomia nella gestione di alcuni servizi”.

Fava ha rimarcato la necessità di “non continuare a dividersi sulla base delle ideologie, ma di ‘fare territorio’, di essere uniti per l’interesse comune”, spendendo anche qualche parola per l’indipendentismo, “che non è morto e sepolto, per lo meno non nel sentimento della gente. E’ molto più forte di quanto si creda”. Bordo ha però replicato che se la Lombardia e il Veneto riuscissero a staccarsi dall’Italia, “l’unità del Paese crollerebbe”.

Una visione, quella indipendentista, ancora lontana. Certo se tutta l’Italia fosse come la Lombardia gli studi indicano un risparmio di 23 miliardi di euro. “Chiudiamo la pagina delle polemiche – ha concluso Maroni – Questa è un’occasione straordinaria per i lombardi. Cerchiamo di coglierla tutti insieme”.

Ambra Bellandi

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