Politica

Oboli al Pd dai dirigenti delle società pubbliche. Il M5s: 'Non è illegale ma immorale'

Dopo la risposta del segretario provinciale Matteo Piloni, il Movimento 5 Stelle locale rimette sotto la lente d’ingrandimento la questione delle donazioni al Partito Democratico da parte dei dirigenti delle società pubbliche e partecipate, nominati appunto dalle amministrazioni a guida Pd.

La spiegazione di Piloni ai 5 Stelle faceva riferimento alla statuto della Federazione provinciale, nel quale vi sono i criteri per la scelta dei soggetti da indicare per le nomine dei consigli di amministrazione di società pubbliche o a partecipazione pubblica. Tra i criteri sono inserite anche le regole che il Pd richiede alle persone nominate, tra le quali anche “contribuire al sostentamento del Partito in conformità con quanto stabilito dai regolamenti nazionali e regionali”.

Tutto trasparente, secondo il segretario provinciale. Ma non per i Pentastellati, che ora chiedono a Piloni cifre esatte e percentuali. “Quanto praticato dal Pd provinciale non è illegale, ma certamente è immorale – ha tuonato il deputato 5 Stelle Danilo Toninelli – Ora, senza alcun tipo di polemica, vogliamo che i cittadini siano messi a parte dei dettagli”.

I Grillini non si fermano ai numeri, perché “ciò che più preme conoscere è secondo quali criteri vengono nominati dirigenti che dovrebbero svolgere un’attività di natura tecnica, per la quale sono pagati, e dare un servizio pubblico. In base a quanto versano nelle casse del partito o in base alla competenza?”. Toninelli si è detto molto preoccupato per quella che ha definito una “prassi che forse sta alla base dei problemi relativi ai servizi erogati. Le scelte tecniche sono diventate scelte politiche e questo significa calpestare l’interesse dei cittadini”.

Un vero e proprio “finanziamento occulto al partito”, ha proseguito il parlamentare, cui hanno fatto eco le parole di Carlo Cattaneo (consigliere comunale di Crema) e dell’attivista 5 Stelle Marco degli Angeli: “La risposta di Piloni è stata vaga. Noi ci facciamo ancora una volta capofila per richiedere un cambiamento politico. C’è chi tutela gli interessi di un partito e chi quello dei concittadini”.

Ambra Bellandi

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