Rubrica, #7domande all'assessore Attilio Galmozzi
1-Subentrato nel corso del primo mandato Bonaldi, è stato riconfermato assessore all’Istruzione per il prossimo quinquennio: quali sfide e quali obiettivi?
L’obiettivo resta uno soltanto: lavorare per garantire ai bambini e ai ragazzi di questa città una scuola accogliente, bella, sicura per la crescita collettiva. Un’Amministrazione che guarda al futuro deve partire da qui, altrimenti gestisce l’ordinario. Le insegnati e gli insegnati sono lavoratori straordinari ed hanno un ruolo cruciale. Vanno supportati, per quanto di nostra compentenza, affinché il loro lavoro produca benessere collettivo. Le sfide sono molte ed è giusto avere degli obiettivi chiari e realizzabili, senza offrire il libro dei sogni ma delle risposte chiare. Nel quinquennio precedente abbiamo iniziato un lavoro in sinergia con i Dirigenti Scolastici e con l’Ufficio Scolastico Territoriale. Questi sforzi devono proseguire. Accanto all’Istruzione il Sindaco mi ha affidato anche l’Edilizia Scolastica, che precedentemente era in capo a Fabio Bergamaschi. Questo per garantire sotto un’unica responsabilità politica l’intera partita. Ho ereditato degli interventi importanti: l’adeguamento antisismico di Curtatone, l’intervento alle Vailati, l’abbattimento delle barriere architettoniche a Borgo San Pietro, il recupero dell’ex scuola per l’infanzia dei Sabbioni. Bisogna proseguire nell’opera di rinnovamento dei plessi, alcuni vecchi di decenni, altri di più ancora; in collaborazione con l’Ufficio Tecnico stiamo stilando un elenco di interventi, con diversi gradi di priorità, da programmare e realizzare.
2-Edilizia scolastica: come potrebbe cambiare la fisionomia dell’offerta scolastica (sedi, corsi ecc) per città e territorio?
Terrei separate le due questioni. Sull’edilizia scolastica vera e propria nel corso del quinquennio precedente sono stati fatti diversi investimenti importanti. Credo che ci si debba concentrare sulla riqualificazione energetica dei plessi, in particolare la scuola primaria Ombriano, la primaria Braguti (che è stato oggetto di un importante investimento di copertura in questi giorni), e la primaria di Santa Maria. Risparmio energentico, salubrità degli ambienti scolastici con edifici meno energivori e con fonti rinnovabili, questa dev’essere la prospettiva per il futuro, che per altro può consentire risparmio energetico, economico e maggior disponibilità di risorse. Sarà oggetto di intervento anche il plesso della scuola primaria di Curtatone, dopo che sono state eseguite prove geostatiche che ne hanno garantito la sicurezza.
Poi esiste un altro tema, sempre per le scuole di nostra competenza: si stanno ridisegnando degli assetti, se vogliamo ciclici, rispetto alle scuole di Secondo Grado: in alcuni istituti si riscontra il considerevole aumento degli iscritti, altri subiscono flessioni più o meno significative. L’incremento di iscritti alle Galmozzi ha reso necessario il reperimento di spazi aggiuntivi presso la Primaria di Curtatone. Vedremo il prossimo anno se questo trend sarà mantenuto oppure no.
3-Accorpamenti: in che direzione andare? Quali strategie?
Resto dell’idea che i due ambiti – Cremasco e Cremonese – debbano essere distinti, autonomi e completi nell’offerta formativa. Le scuole secondarie di Secondo grado del Cremasco hanno numeri non paragonabili a quelle Cremonesi: questo comporta sistemi complessi, che a lungo andare rischiano di essere ingovernabili. Andranno compiute delle scelte, forti ma definitive, come ad esempio lo Stanga separato da Cremona, con la Casearia di Pandino e un ridimensionamento degli istituti che hanno sfortato quota 1750 alunni. Avremo modo di ragionare anche col territorio per trovare la soluzione più equilibrata. Resta poi il tema degli spazi. Io credo che l’ipotesi di polo scolastico a San Bartolomeo sia una scelta quantomeno discutibile. Il Polo universitario di Via Bramante ha un’ala attualmente non agibile, metà della Provincia e metà del Comune. Con un accordo di programma e con un investimento minore rispetto ai previsti 14 milioni di euro si riconsegnerebbe alla città un polo funzionale, non su un’asta già congestionata, rivitalizzando un quartiere importante, magari con attività economiche funzionali e che riapra il tema dell’uso della Pierina.
4-Politiche scolastiche: dopo il pranzo assistito, quali direttive per favorire le famiglie? Quali proposte per l’integrazione?
La Sodexo si è riaggiudicata l’appalto per la ristorazione scolastica e già sta eseguendo degli interventi di miglioria, previsti dalla gara stessa, nei vari refettori. Esiste il tema del pranzo assistito, che credo non vada ostacolato per favorire quelle famiglie che per le ragioni più disparate (di scelta o di bilancio famigliare) non accedono alla mensa scolastica, nel rispetto del principio di sana alimentazione che serve, chiaramente, a garantire benessere ai bambini. Sul tema integrazione le scuole hanno fatto tanto: progetti mirati, formazione e quant’altro. Col protocollo abbiamo cercato, faticosamente ma con risultati in fase di consolidamento, di affrontare una parte del tema: ovvero il sovraffolamento di alcuni plessi rispetto ad altri. Serve uno sforzo maggiore da parte di tutti, famiglie, scuola e Amministrazione, affinché l’integrazione degli alunni di diversa nazionalità e, non dimentichiamoci, diversamente abili diventi un principio applicato e non solo sulla carta.
5-Lei è medico e papà: il suo punto di vista sul tema delle vaccinazioni obbligatorie? Ha avuto modo di tastare il polso delle famiglie cremasche?
Sono d’accordo con la necessità di estendere le vaccinazioni obbligatorie e facoltative; è necessario promuovere una politica di protezione sanitaria per i bambini. MA obbligare senza promuovere una cultura della salute può sembrare un’imposizione, ed in effetti lo è. Con il dottor Michele Gennuso, collega di Giunta e di lavoro, stiamo pensando ad un ciclo di incontri con la cittadinanza per fornire indicazioni scientifiche di merito, avvalendoci anche di validi epidemiologi.
6-Politiche per il lavoro: dopo il lancio del servizio Orientalavoro ci sono altri progetti in cantiere per favorire l’occupazione sul territorio?
Servono politiche attive per il lavoro e le Amministrazioni locali sono chiamate oggi più che mai ad esercitare questa funzione, pur nelle ristrettezze di bilancio. L’assenza di una delega specifica non deve indurre a coordinare interventi palliativi, anzi. Ho in programma tra poche settimane un incontro con l’Assessore al Lavoro del Comune di Milano Cristina Tajani, la quale, oltre ad essere un’amica fraterna, ha coordinato degli interventi importanti nel capoluogo, estendibili con accordi di programma e partnership anche ad una realtà come Crema, per certi versi simile come tessuto economico a Milano.
7- Formazione professionale: oltre alle opportunità accademiche post-diploma come informatica e scienze infermieristiche, il nostro territorio si distingue per la presenza di corsi professionalizzanti legati alle eccellenze locali (dalla produzione casearia all’agroalimentare, fino alla valorizzazione dell’arte organaria). Quali prospettive ed eventuali sinergie per sviluppare la formazione secondaria e post-secondaria non accademica?
Questa è una domanda che prevede una risposta articolata, e molto complessa. La formazione post-diploma offre delle importanti prospettive ma senza un pieno coinvolgimento di tutti gli attori (imprese, sindacati, associazioni di categoria, enti locali, compresa Regione Lombardia) rischia di essere fine a se stessa. Sul tema della Cosmesi, ad esempio, sono stati fatti tanti spot da parte di qualcuno, ma la sostanza non si è vista. Se il tema della Cosmesi è un tema importante, allora serve sinergia, coinvolgimento. E servono risorse. Anche il tema dell’agricoltura è molto importante: abbiamo provato a costruire con l’Università degli Studi di Milano un percorso di aggiornamento, che ha avuto dei riscontri positivi. L’Amministrazione comunale deve giocare il suo ruolo a fianco dei soggetti interessati, ma occorre incontrarsi, guardarsi in faccia, mettere sul tavolo le prospettive e le aspettative, quindi lavorare insieme.