Cronaca

Rubrica, #7domande all'assessore Fabio Bergamaschi

1-Nuovo mandato all’insegna della continuità: quali capitoli da concludere e quali nuove sfide?

Partirei da una considerazione sempre valida: un mandato amministrativo è limitato e limitante. E’
nell’orizzonte decennale che una visione politica può trovare il tempo sufficiente per pianificare un lavoro, attuarlo e raccoglierne frutti maturi. Sarà un mandato a cavallo tra continuità ed innovazione, volto a chiudere cantieri importanti ed a cogliere le nuove opportunità che inevitabilmente sfideranno
l’Amministrazione, perché i programmi sono fondamentali, ma lo è anche la capacità di adattamento al
mutare della realtà. Se dovessi elencare i titoli principali, direi la riqualificazione della stazione ferroviaria in chiave intermodale, il treno diretto per Milano, la riqualificazione del Mercato Austroungarico e di altre aree del centro storico, la Pierina, la rivalutazione del fiume Serio, ma prima di tutto il sottopasso di Santa Maria, verso il quale abbiamo mosso passi molto concreti. Abbiamo uno studio di fattibilità, una quantificazione economica ed un tesoretto con il quale cofinanziare. Avevamo un milione di euro, nello scorso mandato, che avremmo potuto spendere anche in chiave elettorale, ma lo abbiamo tenuto in cassaforte per il sottopasso. Ben lieti di essere stati formica e non cicala, ma ora quel milione deve fruttare. Se riusciremo a compiere anche solo due o tre tra le azioni che ho elencato, il mandato sarebbe ben impiegato. Tuttavia l’asticella rimane sempre alta, gli obiettivi sempre ambiziosi, nonostante la consapevolezza della perdurante tribolazione degli enti locali e delle capacità di spesa.

2-Errori da non ripetere? 

Dovremo fugare un malinteso senso di partecipazione. La costante ricerca di aderenza alle aspettative della comunità e di uno stile improntato alla condivisione delle decisioni ci ha indotto talvolta a non compiere interventi oggettivamente opportuni, mal interpretando peraltro l’autentico volere della maggioranza delle persone. Penso ad esempio alla mancata riqualificazione di una via, alla mancata instaurazione di un senso unico. Ora abbiamo capito che pochi contrari fanno più rumore di maggioranze favorevoli silenziose e che se un’azione è buona, secondo parametri razionali ed empirici, va compiuta senza troppa esitazione. Ma il dialogo con la città rimarrà sempre un punto fermo. D’altronde non è un atteggiamento di facciata o un ammiccamento elettorale, ma un tratto caratteriale, nonché la consapevolezza del fatto che un buon amministratore che sappia ascoltare è già a metà dell’opera.

3- Durante lo scorso mandato, in effetti, non sono mancati i momenti di confronto con comitati di cittadini o singoli utenti, sia attraverso incontri di quartiere sia sui social: come è cambiato il modo di relazionarsi? Come imposterete la comunicazione con i cittadini?

I social hanno accentuato la disintermediazione già naturalmente presente nei piccoli centri urbani, dove il Sindaco o l’Assessore li puoi fermare per strada senza difficoltà, investendoli direttamente di istanze,
richieste, segnalazioni. Non ci siamo mai sottratti al rapporto personale ed abbiamo avuto prova, con l’esito elettorale, di quanto questa disponibilità sia apprezzata. Tuttavia nulla di tutto ciò può sostituire i canali istituzionali di comunicazione tra il cittadino e l’ente pubblico, che anzi necessitano di una riforma. Il Comune ha bisogno di un corposo intervento migliorativo della comunicazione esterna ed interna ed il Sindaco è già al lavoro per la creazione dello Sportello al Cittadino.

4-Durante lo scorso mandato l’assessorato ai Lavori Pubblici ha puntato molto sulla rivoluzione della mobilità: come potrebbe cambiare il profilo della città?

La modernità ci impone di vincere una sfida: coniugare la rapidità di spostamento con modelli rispettosi
dell’ambiente e capaci di promuovere stili di vita sani. L’auto privata non è un totem da abbattere, ma
accompagnare i cittadini ad un diverso paradigma della mobilità, meno autocentrico, è un preciso dovere nell’ottica di migliorare la qualità della vita. Dobbiamo continuare a creare servizi ed infrastrutture per migliorare la competitività di bicicletta, TPL e sistemi di sharing, che presto introdurremo anche a Crema. Immagino un centro storico ancor più vivo, con meno auto; una rete ciclabile più estesa e capillare; un trasporto pubblico più efficiente, con transizione dagli idrocarburi all’elettrico; un traffico veicolare fluidificato con maggiore sicurezza stradale. E’ tutto ben disegnato nel PUMS, ora bisognerà gradualmente passare alla fase attuativa, senza strappi e rivoluzioni, ma un sano e convinto riformismo urbano.

5-PUMS: Crema è stata una delle prime città italiane ad adottarlo. Punto distintivo? Quali sviluppi o utilità? 

Siamo stati i primi in Lombardia, noni in Italia. Se uniamo a ciò il riconoscimento di ANCI a C.Re.M.A. 2020 come miglior progetto 2016 sulla mobilità sostenibile, ci scopriamo all’avanguardia. La chiave di volta è l’intermodalità, affinché un cittadino possa passare da casa sua al punto di destinazione interfacciando agevolmente i sistemi di trasporto, con un’ottica sempre più green che faccia leva sul bike sharing, il car sharing elettrico, le navette ecologiche, un TPL con offerta più ricca, una tratta ferroviaria meno retrograda. Il concetto è semplice, la sfida è epocale. Ma occorre cominciare a giocarla, questa partita. Crema si è mossa. Nei prossimi cinque anni avremo i primi significativi risultati.

6-L’intermodalità è una delle parole chiave del mandato appena concluso: su quali sinergie puntare?

Esiste un chiaro protocollo d’intesa con Regione Lombardia ed FS per il potenziamento della stazione
ferroviaria e della tratta. C.Re.M.A. 2020 ha in calce la firma di Autoguidovie, oltre che di Regione, Ferrovie e Cariplo. I veri successi non sono mai imprese solitarie, ma l’esito di un gioco di squadra, con obiettivi comuni. Abbiamo ottenuto 4 milioni di euro di finanziamenti, nello scorso mandato; 1,5 soltanto per la riqualificazione dell’area della stazione. Abbiamo dimostrato di saper valorizzare le relazioni e continueremo.

7-Le relazioni con il territorio passano anche dalla semplificazione viabilistica: progetti extra-territoriali in cantiere? Su quale asse, oltre a quello Cremona-Milano?

La priorità rimane il collegamento con la Città Metropolitana, ovvero Paullese e tratta ferroviaria. L’attrazione di Milano viene prima di ogni altro ragionamento, non per scelta, ma in rispondenza alla natura del territorio. Ma un altro tema vivo continuerà ad essere la ricerca della miglior soluzione per la logistica del comparto industriale cremasco.

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