Lettere

'La gente chiede che la città
venga governata per cinque
anni e non per due mesi'

da Tino Arpini

Dapprima ringrazio sentitamente gli elettori che hanno espresso la preferenza a me, segno di apprezzamento per il lavoro passato e fiducia per quello a venire, se sarò riconfermato consigliere. Il ruolo non è ancora sicuro nonostante le  196 preferenze personali, che mi collocano orgogliosamente al 5 posto nella classifica dei 424 candidati consiglieri.

Devo fare due appunti che riguardano il voto di genere e gli errori evidenti in cui sono incorsi gli elettori. Sulla prima questione sottolineo il vantaggio delle quote rosa, in quanto numericamente inferiori e meno concorrenziali tra di esse. Sono convintamente a favore del coinvolgimento femminile nella gestione della cosa pubblica, senza cadere, tuttavia, nella esaltazione di presunte superiori capacità che qualche prima cittadina va attribuendosi. Il rigore della doppia preferenza di genere andrei personalmente a sopprimerlo, lasciando al cittadino di fare due preferenze anche dello stesso sesso. Poiché mi sembra quanto mai ipocrita tale rigore quando la differenza di genere, là dove rappresenta un grande valore, si pensi alla formazione della famiglia e alla genitorialità, viene azzerata da un legislatore di sinistra con l’assurto della totale eguaglianza, mentre viene rigorosamente imposta a livello elettorale.  Circa gli evidenti errori che ho riscontrato negli spogli delle schede, quello ricorrente in cui l’elettore è caduto, è stata la croce sulle liste che portano il nome del candidato sindaco, anziché nella dicitura con nomi e cognomi dei sindaci in testa alle liste stesse. Infatti molte schede avevano l’unica croce sulla predetta lista civica e le preferenze sulle altre liste, che venivano regolarmente annullate, a discapito di queste ultime e dei loro candidati. Ciò deve insegnare che conviene dare istruzioni semplici ed evitare croci quando, esprimendo la preferenza, si vota automaticamente per la lista di appartenenza e il candidato sindaco ad essa collegato.

Ora siamo al ballottaggio fra i due candidati sindaci Bonaldi e Zucchi, come previsto. La mia partecipazione al successo di Zucchi, riguarda la volontà di portare a soluzione certe criticità che ho sempre evidenziato e mai potuto risolvere a favore delle periferie, Ombriano in primis: la viabilità da ribaltare, il servizio Mio Bus insufficiente, il decoro delle frazioni, e il ripensamento sul progetto moschea. Se proprio ad Ombriano Zucchi è in testa, qualche domanda dovrà farsela questa amministrazione di sinistra uscente. Ora si ripropone con la stessa guida, attribuendosi tante qualità; sbandierano trasparenza, competenze, capacità, aperture al dialogo, attenzione all’ambiente, vicinanza alla gente, tenacia e sportività, gentilezza e decisione. Dopo cinque anni di personale condivisione nella amministrazione comunale io gliene attribuirei una sola: il coraggio. Quello di esaltarsi in tante qualità mai messe in pratica, soprattutto nell’apertura al dialogo, nella gentilezza di relazione e nel lasciare la città in uno stato di degrado come non si era mai visto. La frenesia di opere pubbliche degli ultimi due mesi sta avendo effetti contrari a quanto si propongono, perché la gente chiede e desidera che la città venga governata per cinque anni e non per due mesi.

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