Senza biglietto, prende a pugni il capotreno e fugge: paura su Cremona-Treviglio
La violenza corre sulle rotaie, ormai con cadenza quasi quotidiana. L’ennesimo episodio di aggressione si è verificato nel tardo pomeriggio di martedì, lungo la linea Cremona-Treviglio. All’altezza di Castelleone sul treno è salito un uomo, straniero, sprovvisto di biglietto. Così quando il capotreno gli ha chiesto di presentare il titolo di viaggio, ne è nata una discussione: il passeggero è stato invitato a pagare il biglietto o in alternativa a scendere dal convoglio. Per tutta risposta, l’uomo ha pensato bene di prendere a pugni il povero controllore, colpendolo sul naso e appena sotto l’occhio, per darsi poi alla fuga scendendo alla stazione successiva, quella di Madignano. Il controllore, una volta rientrato a Cremona, si è quindi recato al pronto soccorso per farsi medicare, e nei prossimi giorni sporgerà denuncia.
“E’ l’ennesimo episodio, che dimostra quanto la situazione sia sempre più difficile” afferma Luciano Siani, responsabile dell’Rsu per il sindacato Orsa Ferrovie e membro di Orsa nazionale. “Chi viaggia in treno è ben consapevole di come stanno le cose, purtroppo. Ogni giorno bisogna subire l’arroganza di chi non vuole pagare il biglietto, e tante volte la tensione diventa eccessiva, tanto che accadono episodi come quello di ieri sera. Anche perché generalmente sono sempre gli stessi soggetti che viaggiano quotidianamente senza acquistare i titoli di viaggio”.
Una situazione che negli ultimi anni sta diventando esasperata. “C’è un sistema che andrebbe completamente rivisto, a partire dalle stazioni, ma è un processo che richiede anni” continua Siani. “Nel frattempo chi subisce sono i viaggiatori regolari e il personale a bordo treno. Come sindacato continuiamo a chidere che aumenti la sicurezza e che ci sia un occhio di riguardo per chi lavora e per chi paga regolarmente il biglietto. I problemi sono sostanzialmente economici: lo Stato passa sempre meno soldi alle Regioni, che a loro volta hanno meno soldi da investire. Alla fine però chi ne fa le spese sono sempre gli stessi”.
Laura Bosio