Occupazione: tengono solo i servizi. In un anno i 'tempi determinati' diminuiti del 26%
Il mondo dell’economia cremonese visto attraverso la lente delle comunicazioni obbligatorie che le aziende devono effettuare ogni volta che si stipula, trasforma, proroga, oppure si chiude un contratto di lavoro. In sigla, sono le “COB”, monitorate dall’Osservatorio sul mercato del lavoro diffuso nei giorni scorsi dal Settore Formazione e Lavoro della Provincia, e che confermano la stasi dell’economia cremonese nel 2016, con l’unica eccezione del settore dei servizi. L’unico in cui gli eventi positivi (nuovi avviamenti al lavoro, proroghe di contratti già in essere; trasformazioni contrattuali positive con potenziale aumento del reddito) sono superiori rispetto all’anno precedente. Delle 103.170 comunicazioni effettuate da aziende con almeno una sede produttiva sul territorio cremonese, il 57% riguarda eventi positivi e il rimanente 43% eventi negativi, di cui i primi leggermente in calo rispetto al 2015 (- 1,63%).
«Mettendo in relazione gli “eventi positivi” e i settori – scrivono gli analisti dell’Osservatorio – i servizi hanno dato luogo al numero maggiore di “eventi” del 2016, con 35.455 pari al 61%; seguono l’industria con il 27%, l’agricoltura con 4.789 pari all’8% e le costruzioni con il 4%. I Servizi sono l’unico settore in cui, nel 2016, le positività sono cresciute rispetto al 2015; l’Industria presenta, invece, un calo dell’8% mentre gli altri settori presentano dati stabili o lievemente negativi. I dati confermano la tendenza, già nota da tempo, che vede nei Servizi il settore in espansione e, al contrario, l’Industria/Manifatturiero il settore con occupazione in riduzione. Confrontando gli “eventi positivi” dei due Settori negli ultimi 5 anni, dal 2012 al 2016, emerge che i Servizi hanno aumentato i loro eventi positivi del 13% mentre l’industria li ha diminuiti del 18% circa. E’ necessario ricordare che, da tempo, la crescita economica di un settore può non essere accompagnata da un’analoga crescita occupazionale: il calo occupazionale in un settore non sempre sta ad indicare una crisi economica in quel settore».
Qualche timido segnale positivo per l’universo rosa: gli eventi positivi sono aumentati (anche se di poco, meno dell’1%) per le donne, mentre sono diminuiti del 4% tra i lavoratori maschi; quanto alla cittadinanza, il calo di eventi positivi è quasi interamente imputabile alla mano d’opera italiana, in quanto quella straniera è rimasta stabile.
g.b.