Scrp, Lena: 'Che confusione Quale futuro per la società ormai inutile per i sindaci?'
Scrp, la storia infinita. Ad intervenire questa volta è il consigliere regionale del Carroccio Federico Lena, che si dice “molto allarmato dalle notizie che apprese a mezzo stampa e dalle sollecitazioni che ricevo dai sindaci del territorio cremasco”.
“Apprendo di documentazioni incomplete, personale non adeguatamente formato, decisioni prese e poi smentite via e-mail a cui si aggiunge una situazione di inutilità operativa per i piccoli comuni che con il nuovo assetto rischiano di non avere più utilità nel fare parte della compagine di una società da cui non possono trarre vantaggio in termini operativi ma solo ‘costi’. Che dire poi del bando per i rifiuti fermo per anni? Una situazione paradossale”.
E sul bando per i rifiuti Lena cita il Comune di Palazzo Pignano, che se l’è sbrigata in autonomia, senza la mediazione di Scrp, “associandosi ad un altro comune”; stesso discorso per Casale Cremasco, “che con le sue forze ha realizzato le procedure per l’acquisto dello scuolabus. Dimostrazioni di come un Comune possa lavorare alle sue esigenze da solo, con risparmi ed in modo rapido senza doversi rivolgere alla Società”.
Il consigliere leghista passa poi all’analisi di come potrebbero i sindaci/soci modificare lo Statuto di Scrp al fine di adeguarlo alla Legga Madia. “E quale sarà allora il ruolo della Società? Saranno ancora i grandi comuni, azionisti di maggioranza (Crema, Castelleone e Pandino) a imporre le proprie scelte ai piccoli comuni? Se è vero, come leggo, che la volontà è dare a Scrp il ruolo di Centrale unica di committenza perché i piccoli comuni dovrebbero affidarsi ad essa, quando la legge gli da la possibilità di fare da soli entro determinate soglie come, appunto, hanno fatto Palazzo Pignano e Casale Cremasco?”.
A parere di Lena la convenienza dell’adesione a Scrp sarebbe inversamente proporzionale alla grandezza del Comune: “perché rimanere in una Società di cui non si ha quasi mai bisogno e le cui decisioni vengono prese con la logica del peso territoriale? Molti Comuni stanno valutando la possibilità di lasciare la società: questo significa che chi resterà vedrà aumentare il costo della propria permanenza in una società che per molti sta diventando inutile”. In compenso, secondo il consigliere, nonostante “Scrp non fornisce più i servizi che in origine doveva offrire, ha però un personale che costa e se non ci sono servizi in essere con quali risorse si farà fronte agli stipendi?”.
“La mia opinione è che il prossimo sindaco di Crema si debba fare promotore di una innovazione in questo senso: un patto con i cittadini con la volontà di revisione da parte del socio più importante di questa società, dei suoi obiettivi e quindi dei rapporti con gli altri soci. L’obiettivo deve essere una Scrp utile a tutti e non l’ennesimo peso sulla schiena dei piccoli comuni; e soprattutto che i soldi dei cittadini vengano investiti per ottenere reali benefici in termini di servizio”.