Solidarietà e riflessione: i progetti Caritas per il tempo di Quaresima
Anche per la Quaresima, come ormai da tradizione Caritas, sono state sviluppate alcune iniziative a sostegno di chi ha più bisogno di aiuto. La raccolta fondi sarà equamente distribuita tra la Caritas e l’Ufficio Missionario.
Per sostenere il progetto relativo agli aiuti alimentari è possibile effettuare un’offerta presso la propria parrocchia, direttamente alla sede Caritas in viale Europa o in Curia. Chi vuole con 25 euro potrà regalare un pacco alimentare per una famiglia di 3 persone, contenente tutti i beni di prima necessità. Il lavoro di Caritas è, come sempre, immenso: “ogni mese vengono distribuiti, alla mensa, oltre 400 pasti”, ha raccontato Claudio Dagheti, vice presidente di Caritas.
La situazione di povertà sul nostro territorio, dall’inizio della crisi del 2008, non è molto cambiata: chi allora ha avuto problemi lavorativi, spesso non li ha ancora risolti e pur avendo un tetto sopra la testa, fatica a trovare le risorse per mantenersi e mantenere la famiglia. “Il nostro aiuto alle famiglie residenti sul territorio diocesano è strutturale e continuo”.
Un altro progetto, di tipo sanitario, viene invece sviluppato dall’Ufficio Missionario a sostegno di padre Walter Maccalli che si trova in Angola.
Torna anche, come per il periodo dell’Avvento, l’iniziativa “Indovina chi viene a pranzo?”, che consiste nel condividere il momento del pasto con un ospite della Caritas. “Non si tratta solo di dargli da mangiare, ma di scoprire la persona che si ha di fronte e di lasciarsi scoprire – ha proseguito Dagheti – E’ anche un modo per ridimensionare le preoccupazioni di tutti i giorni”.
Oltre alla solidarietà, non mancherà un momento di riflessione: il 18 marzo si terrà infatti il ritiro spirituale di Quaresima, presso il seminario di Vergonzana, a partire dalle 15. Chi fosse interessato può chiamare il numero 0373/256274 o scrivere una mail all’indirizzo segreteria@caritascrema.it
Infine, per la giornata di Pasquetta, alla sede Caritas, si terrà anche un pranzo, rivolto non solo agli ospiti e a chi abitualmente si rivolge alla realtà diocesana per ricevere aiuto, “ma anche a tutti coloro che ci sostengono e ci sono vicini. E’ un modo per vedere concretamente ciò che facciamo”, ha concluso il vice presidente.
Ambra Bellandi