Un ricatto milionario di 362 capi di pellicce: a processo il commerciante Ugo Canali
A giudizio anche Giancarlo Peschiera, 60enne mantovano, commerciante di pellicce con showroom a Verona, ed Ermanno Vanderi, 55 anni, bresciano, artigiano edile. L'accusa è di estorsione.
E’ a processo con le accuse di estorsione aggravata e appropriazione indebita in concorso, Ugo Canali, 59 anni, noto commerciante di pellicce residente a Soncino e con uno showroom in corso Vittorio Emanuele a Milano, finito in manette nel febbraio scorso insieme a Giancarlo Peschiera, 60enne mantovano, commerciante di pellicce con showroom a Verona, ed Ermanno Vanderi, 55 anni, bresciano, artigiano edile, anche loro a processo davanti al collegio composto dal presidente Francesco Beraglia e dai giudici a latere Giulia Masci ed Elisa Mombelli. Al centro della vicenda, un affare di pellicce da quasi un milione di euro.
Per ripianare i debiti, gli imputati avrebbero organizzato un ricatto ai danni di un grossista romagnolo a cui era stato sottratto un carico di pellicce e a cui poi erano stati chiesti soldi per la restituzione. L’operazione era stata eseguita dalla polizia di Cremona dopo un’indagine della Questura di Forlì, alla quale nel febbraio del 2016 si era rivolto Giorgio Magnani, 60enne imprenditore leader del mercato, titolare della ‘Romagna Furs’, azienda con sede a San Marino. Nel suo racconto, il vano tentativo di recuperare una fornitura di 362 capi di pellicce per un valore commerciale di oltre 900.000 euro affidata in conto vendita a Canali.
Secondo l’accusa, Canali si sarebbe appropriato della fornitura, facendola sparire dal proprio showroom con la collaborazione di Vanderi, a causa di difficoltà economiche che non gli permettevano di fare fronte ad un debito con il grossista romagnolo. Successivamente Canali si sarebbe reso disponibile a riconsegnare solo metà della fornitura, pretendendo in cambio l’estinzione completa del proprio debito.
A fare da mediatore, Giancarlo Peschiera, anche lui esposto per centinaia di migliaia di euro nei confronti del grossista romagnolo e con l’interesse a vedersi riconosciuta, almeno in parte, la remissione del debito in cambio della buona riuscita della trattativa. In un incontro organizzato a Soncino presso l’abitazione di Canali, i tre imputati avrebbero costretto il grossista a consegnare loro un falso documento di trasporto attestante l’integrale restituzione di quanto ricevuto, oltre alla rinuncia al credito pregresso per un importo di 257.690 euro, condizioni cui si subordinava la parziale restituzione di 179 capi.
All’incontro, però, si era presentata anche la polizia, che aveva arrestato i tre uomini e che dopo varie perquisizioni tra abitazioni e negozi, aveva recuperato tutte le pellicce. Nel processo, il grossista si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Massimiliano Starni, del foro di Forlì. Oggi, intanto, sono state depositate dal perito le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche, ambientali e degli sms avvenute durante la fase dell’estorsione. Il procedimento entrerà nel vivo con le prime testimonianze il prossimo 28 marzo.
Sara Pizzorni