Lettere

Scrp, Grassi: 'Il fronte dei
sindaci è frastagliato
Sarebbe da ipocriti negarlo'

da Antonio Grassi

Scrp ha un problema. Lo ha evidenziato con coraggio, chiarezza e precisione Gianni Rossoni nel suo intervento all’assemblea di Scrp di mercoledì. Senza tanti giri di parole il sindaco di Offanengo ha sottolineato che il personale attualmente in carico alla società è professionalmente inadeguato ad affrontare i compiti che Scrp dovrà sostenere in futuro. Alla richiesta di chiarimenti avanzata da un sindaco, Rossoni ha ribadito il concetto e ha aggiunto un po’ di rosolio, che rende più dolci le medicine amare, ma non le modifica. Rossoni merita un applauso. Non era facile sollevare la questione, anche se, a onor del vero, i soci non hanno ancora approvato le modifiche dello statuto relative ai futuri compiti di Scrp. Certo, a luglio hanno indicato le linee di indirizzo. E’ un piccolo dettaglio che è corretto sottolineare. Secondo la tesi in auge, il domani di Scrp dovrebbe concretizzarsi in una società di servizi, con la Centrale unica di committenza fiore all’occhiello della trasformazione. Anzi, di più, della palingenesi.
Se tutto questo è vero, c’è da chiedersi come Scrp abbia potuto gestire la gara d’appalto dei rifiuti – partita da 150 milioni di euro – con un personale ritenuto professionalmente impreparato per le funzione future della società. Funzioni tra le quali la principale è, appunto, la gestione delle gare d’appalto. Bel quesito direbbe il nonno. Già, ma è la risposta che conta. Purtroppo, amico mio, non soffia nel vento, con buona pace di Bob Dylan. Già, Blowin’ in the Wind.
Cosa ne pensano i 14 dipendenti a tempo indeterminato di Scrp, più gli 8 di Consorzio.it e i 2 a tempo determinato, esclusi i consulenti?
Il problema sollevato da Rossoni diventerà effettivo solo quando i soci decideranno di mantenere o meno in vita Scrp e, in caso di risposta affermativa, quale ruolo affidarle. Il tempo è risicato I soci dovrebbero pronunciarsi entro la fine di marzo.
Il fronte dei sindaci è frastagliato e sarebbe da ipocriti negarlo o meravigliarsi.
La diversità di posizioni è acclarata e il solco tra opposti pareri tende ad allargarsi. La lettera con la quale 25 sindaci bacchettano alcuni colleghi rei di avere criticato alcune scelte operative e gestionali di Scrp è la prova evidente della contrapposizione esistente. I 25 firmatari dichiaravano di scendere in campo per «difendere l’attività e l’operato del Presidente e dei Consiglieri e della struttura» ai quali esprimevano «la massima solidarietà per questi continui ‘attacchi’ ringraziandoli per il lavoro fino ad ora svolto ed esprimendo nei loro confronti fiducia per la loro professionalità e serietà con la quale stanno svolgendo il loro mandato». Cosa è cambiato in quindici giorni? Se la struttura era professionalmente all’altezza della situazione a fine gennaio, a metà febbraio è un problema? La risposta, amico mio non soffia nel vento.
Tra i 25 pubblici ministeri figura anche il sindaco di Crema che non è uguale agli altri. Rivendica il ruolo di leader del territorio. Aspirazione sacrosanta e che nessuno gli contesta, ma dovrebbe ricordare che un buon capo non divide, ma aggrega.
Pochi giorni fa 12 soci di Scrp – non apostoli secondo il Nuovo Torrazzo online – di centrodestra e centrosinistra, convocati da un misterioso Gesù Cristo, con criteri sconosciuti, si sono riuniti a casa di un sindaco del contado. Dalla puntualissima cronaca del settimanale diocesano, si evince che, tra un boccone di pane e salame e un bicchiere di buon vino, i 12 avrebbero delineato il futuro di Scrp. Iniziativa legittima ed encomiabile Ora, tra i presenti alla conviviale c’erano anche i sindaci di Crema, Offanengo, Pandino, Castelleone, quartetto che detiene il pacchetto azionario più consistente di Scrp e determinante per il voto dell’assemblea. Non serve essere un oracolo per predire che sarà il brainstorming alla cremasca a decidere la linea della prossima assemblea di Scrp, prevista fra alcune settimane. Senza il supporto di pane, salame e vino, i soci dovranno modificare lo statuto secondo i dettami della legge Madia e indicare il nuovo ruolo di Scrp. Ruolo che, come ha sottolineato Rossoni, per la sua attuazione genererebbe un problema di professionalità degli attuali dipendenti.
Durante l’assemblea di mercoledì sono state mostrate delle slide con le modifiche in alcuni articoli dello statuto e già attuate il 21 dicembre scorso davanti ad un notaio. Modifiche obbligatorie per legge è stato precisato. Poche righe, bazzecole. Nessuno lo dubita. Bravo il consiglio di amministrazione ad aver applicato la norma con celerità. Dura lex, sed lex. Con altrettanto tempismo avrebbe dovuto avvertire i soci prima di recarsi dal notaio. Ma tranquilli, il nuovo statuto è sul sito di Scrp. Così è stato assicurato mercoledì. Grazie. Ma perché non si cambia metodo? Perché non si informano i soci in anticipo e non a cose fatte? La risposta, amico mio, non è nel vento.

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