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Ac Crema 1908 non vedenti: i successi degli ultimi mesi e i prossimi progetti

Momento magico per la squadra non vedenti dell’A.C. Crema 1908. Reduci da un week end intenso  – due amichevoli una con una squadra di calcio a 5 del territorio, l’altra con Il team marchigiano di calcio a 5 non vedenti iscritto al campionato italiano, incoraggiati a fare sempre di più dalla visita al centro San Luigi di Giovanni Malagò, presidente del Coni, che li ha voluti incontrare personalmente e con i quali ha scambiato qualche palleggio, famosi per i numerosi e lusinghieri articoli che gli stanno  dedicando diverse testate – tra cui la Gazzetta dello Sport –  i ragazzi dell’Ac Crema 1908 si stanno organizzando e hanno in programma davvero tante iniziative.

Abbiamo intervistato Nico Cavallotti, anima dei ragazzi non vedenti e padre di uno di loro, accompagnatore e guida dietro porta della squadra, è determinato ad andare fino in fondo.

Raccontaci come sta andando la vostra esperienza.

È nata come un’esperienza positiva e sta diventando qualcosa di magico. I ragazzi hanno finalmente uno spazio in cui allenarsi, una “casa” – il San Luigi e l’associazione sportiva – di cui si sentono parte integrante: non abbiamo dovuto forzarli per avvicinarli allo sport, come spesso accade quando si parla di disabilità. Si è creata una naturale quotidianità che ci fa sperare di poter allargare la squadra richiamando altri atleti che hanno voglia di mettersi in gioco.

La continuità è determinante, soprattutto per i non vedenti e, devo dire, sta dando ottimi frutti: i ragazzi difficilmente si perdono un allenamento, alcuni di loro vengono dal milanese e la loro tecnica migliora di giorno in giorno. Lo spirito è piacevole e la volontà di andare avanti è alle stelle.

La partita contro il Videoton è la seconda amichevole fatta con ragazzi vedenti che scelgono di affrontarvi bendati per giocare alla pari. Com’è andata ?

Una sperimentazione significativa. Importante per i nostri ragazzi, ma lo è stato anche per il  Videoton 1990 serie D che ha affrontato il Crema 1908 a gruppi di 4 e ha cercato di opporsi al gioco senza però ottenere grandi risultati. Incontri come questi sono utili anche per gli atleti normodotati che hanno la possibilità di sviluppare sensi e quindi qualità non consuete. Giocando bendati sono infatti obbligati a “sentire” il pallone e i movimenti degli avversari oltre a dover utilizzare un tipo di comunicazione chiara e ordinata. Se in una normale partita diventa quasi prassi urlare e incitare caoticamente i giocatori, nel calcio non vedenti questo tipo di atteggiamento non consentirebbe di svolgere la partita. “Comunicare” diventa allora un valore.

Le amichevoli, ad oggi due, una contro il Firenze l’altra contro le Marche. Raccontaci…

Queste amichevoli sono e devono restare dei veri e propri test, degli allenamenti con partita finale. Ci stiamo preparando e strutturando, confrontarci con realtà simili alla nostra ci aiuta a migliorare.

Il Firenze è un gruppo unito che sta cercando di trovare il suo spazio. Gli incontri sono stati piacevoli: loro hanno vinto la prima partita, noi quella del giorno successivo. Contro la squadra Marche 2000, che sta giocando il campionato, ci siamo scaldati: durante il primo incontro abbiamo cercato di mantenere le formazioni distinte, mentre nel ritorno abbiamo mescolato i giocatori. Francesco, Paul e Luigi Bottarelli detto il “Chino” sono stati prestati alla squadra marchigiana, tanto che domenica hanno giocato con loro e dato un significativo apporto alla gara di campionato.

State lavorando per partecipare al Campionato Italiano …

Assolutamente si. Quest’anno le iscrizioni si sono chiuse troppo presto e non ci siamo riusciti ma contiamo di farlo per il prossimo anno.

Intanto stiamo predisponendo altre gare amichevoli e guardiamo con interesse a tutti quei Tornei di non vedenti che si svolgono in Europa, tornei paralleli tra associazioni di calcio non vedenti. Ce ne sono in Belgio, in Bulgaria, in Repubblica Ceca. Per Pasqua saremo in Belgio, a Charleroi, per il torneo a sei squadre: un obiettivo che ci sta caricando.

Quali altri progetti avete in mente?

In generale stiamo cercando di lavorare ad un calendario di eventi e iniziative. Un progetto in fase di definizione è senz’altro l’incontro conferenza previsto in primavera a Siracusa che ha come tema i valori dello sport disabile: la resistenza, la capacità di affrontare la vita anche in situazioni difficili, la propensione al problem solving. Ciò che proponiamo è l’adozione delle tecniche di allenamento dello sport disabile allo sport tradizionale.

Raccontaci dei ragazzi del crema 1908, dei tuoi compagni di squadra.

I rapporti sono molto fluidi. I ragazzi in campo seguono le indicazioni di Mr Bognoli, che si avvale anche dell’aiuto di un team di specialisti: in primis della mitica Patrizia Spadaccini, che ha la competenza atletica e psicomotoria adatta ai nostri campioni; ma anche dei due portieri Stefano Sesini e Marco Spinelli che non solo giocano in prima persona ma rappresentano la guida vocale di tutte le azioni di difesa; infine ci sono io, che da 4 anni a questa parte dedico buona parte del mio tempo all’esperienza con i non vedenti. Beh dei ragazzi che dire, sono tutti molto bravi e volenterosi. Qualcuno si distingue proprio per le capacità tecniche e farà strada. Il gruppo è compatto, nessuno prevale sull’altro e tutti siamo disposti a darci una mano.

Qual è il sogno, per tutti voi?

Il mio sogno è quello di espandere la conoscenza di questo sport a quanta più gente possibile e coinvolgere quanti più ragazzi non vedenti a partecipare. Abbiamo già cominciato con la provincia di Cremona, Brescia, Bergamo, Verona, poi vediamo. Il rischio è quello che molti disabili restino in casa, isolati, per paura. Lo sport deve aiutarli a non avere timore, a uscire e a provarci come tutti.

Il mio obiettivo è quello di esportare e far conoscere il caso Crema 1908, unica associazione calcistica italiana che nel suo organico ha inserito anche la squadra dei non vedenti. Il calcio, lo sport in generale, rivendica pari opportunità anche se, di fatto, si tengono separati gli universi sport e sport disabile. Oggi c’è la FISPIC –  la federazione italiana sport paralimpici per ipovedenti e ciechi – che si occupa di judo, torball, goalball, showdown, sport poco noti che non lavorano sul contatto e sulla relazione, sono passivi e non danno quella libertà di movimento che invece dà il calcio. Questa federazione si occupa anche di calcio non vedenti e ipovedenti. Ecco, mi piacerebbe che fosse la FIGC – federazione italiana gioco calcio – a prendersi l’impegno di sviluppare anche il calcio per disabili, tra cui quello dei non vedenti.

Sportabilità sta facendo scuola e rappresenta un po’ l’emblema di ciò che ci stai dicendo.

Certo. I due mondi – quello dello sport tradizionale e dello sport disabile – si devono necessariamente “mescolare” altrimenti non si potrà mai parlare davvero di inclusione sociale. Sportabilità e il San Luigi sono ormai il simbolo di questa sfida.

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