Politica

Anche il Pd cremonese si schiera contro l'ipotesi scissione nel partito

Ci sono anche il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri e quello provinciale Matteo Piloni tra i 18 firmatari della lettera aperta inviata ai vertici nazionali che contesta le velleità scissioniste interne al partito. Scalpore hanno suscitato da ultimo le dichiarazioni di Massimo D’Alema, contro cui aveva ribattuto anche Andrea Virgilio, neo vicesegretario provinciale cremonese. “Siamo veramente rattristati – scrivono i politici locali –  per le posizioni che in queste ore alcuni autorevoli esponenti del nostro partito stanno rivolgendo contro il PD e i suoi organi democraticamente eletti. In una fase politica e sociale così delicata, evocare la scissione è esattamente il contrario di ciò che il nostro popolo ci chiede e si aspetta. Minacciare le carte bollate in presenza di una assemblea nazionale che ha raggiunto, poco più di un mese fa, l’unanimità proprio sulla necessità di concentrarsi sul Paese anziché sulla mera conta interna, è irresponsabile. Invitare alla divisione significa compiere ancora una volta il più clamoroso degli errori.
La situazione politica dovrebbe farci riflettere e concentrare tutti sul futuro che vogliamo offrire al nostro Paese, sulle controproducenti e discriminatorie politiche di Trump, sul rilancio del ruolo dell’Europa, sulla lotta all’austerity e sulle nuova modalità di inclusione sociale, sulla lotta all’evasione fiscale e su come creare nuove opportunità di lavoro. Invece il PD finisce sui giornali per l’ansia di visibilità di qualcuno anziché per ciò che possiamo e vogliamo fare per l’Italia.
La base del Pd, la nostra gente, non può accettare questa campagna fatta da chi non rispetta le regole interne, né lo Statuto. Il rispetto delle regole interne è la premessa per la corretta vita democratica di una comunità.
Evitiamo gli errori del passato.
Unità e gioco di squadra devono essere il modo migliore per essere pronti alle elezioni ed è paradossale che coloro che brindavano per il NO al referendum come un evento epocale, oggi siano i primi a dire che tutto deve rimanere così fino al 2018.
Nei territori ricerchiamo ogni giorno le ragioni dell’unità e in alcuni casi abbiamo pagato a caro prezzo le divisioni. Non facciamo lo stesso a livello nazionale, proprio nel momento in cui i populismi non aspettano altro che approfittare delle nostre debolezze”.

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