'Invertiamo la rotta', Povia replica con un video alla polemica per evento del 27
“Signor Tarcisio Zaffardi, fascista sarà lei che vuole annullarmi la data del 27 gennaio a Crema”. Così il cantante Giuseppe Povia risponde alle accuse mosse da un cremasco, che ha chiesto di non lasciare entrare la politica nelle parrocchie e ricordando che Povia avesse lodato Benito Mussolini quale “vero statista”.
LA LETTERA DI ZAFFARDI – Ma facciamo un passo indietro: mercoledì una lettera di Tarcisio Zaffardi, cremasco residente a San Bernardino, attraverso un’argomentata analisi, chiedeva ai concittadini di scrivere in curia per annullare la manifestazione, perché “In una parrocchia di Crema si presenta un partito, con il suo segretario e il suo candidato sindaco (evidentemente non per fare la bella statuina). La Chiesa non è la bottega di nessun partito, basta al collateralismo”.
LA RISPOSTA DEL PDF – Il partito in questione è Il popolo della famiglia, che ha deciso di scendere in campo in vista delle amministrative cittadine e il candidato sindaco presenzierà alla serata del 27. La risposta di Flavio Rozza, referente cremasco del partito, non si è fatta attendere: “Quello del signor Zaffardi è un processo alle intenzioni. Giunge a delle conclusioni errate, frutto probabilmente di informazioni imprecise che, come lui stesso ammette, altro non sono che notizie estrapolate da vari siti internet. I contenuti dell’evento non sono riconducibili ad alcuna area politica”.
L’ACCUSA – “Il cantante Giuseppe Povia è apparso in un video per sostenere il no al referendum sulla costituzione con alle spalle la foto di Benito Mussolini e ne ha giustificato la scelta col fatto che egli sarebbe stato un ‘vero statista’, mentre ‘…#Renzi è un politicante ecc.’. Ora, Libero il signor Povia di votare no al referendum, libero di ammirare Mussolini, ma il signor Povia sappia che non è gradita la sua presenza in parrocchia proprio il 27 gennaio, Giorno della Memoria, della Shoah, dello sterminio di ebrei, zingari, omosessuali, religiosi, politici, perpetrato dai nazisti di Hitler alleati con il duce”. Queste le accuse mosse da Zaffardi al cantante, e ricorda anche “L’accesso ai locali della parrocchia non è consentito ai partiti. Molte sono le disposizioni delle diocesi in merito. I partiti hanno altrove i loro spazi pubblici e le loro sedi”.
IL VIDEO DI POVIA – Ieri il cantante, probabilmente informato dal movimento politico cremasco, ha deciso di rispondere alle accuse attraverso un video che è stato poi pubblicato in rete: “Se c’è una cosa che mi fa arrabbiare è quando qualcuno cerca di farmi passare per quello che non sono. E lei lo ha fatto nel modo sbagliato, cioè attingendo dalla miriade di stupidate che ha letto su internet. Questo fa di lei in partenza una persona non credibile”. Povia si difende sottolineando il fatto che quello del 27 non sarà un appuntamento politico, bensì uno spettacolo-concerto, poi “che Gianfranco Amato sia il segretario di un partito che gliene frega a lei?”, ribadisce. Zaffardi, secondo Povia, è un “dittatore culturale” che “ha frainteso la foto ironica del duce e di Renzi che utilizzavamo in un contesto preciso”. “Venga ad ascoltare – conclude il cantante – non abbia pregiudizi come un indottrinato”.
Nel frattempo, alcuni esponenti politici locali hanno dato il proprio sostegno ed espresso vicinanza al Popolo della famiglia riguardo l’evento del 27 a San Bernardino.
Ambra Bellandi