Cronaca

Soncino, Franco Occhio racconta gli scavi alla Rocca del borgo

E’ iniziato di recente lo scavo nel cortile della Rocca di Soncino, e l’attenzione della stampa ha, di conseguenza, stimolato la curiosità degli abitanti del borgo, molti dei quali hanno colto l’occasione per far visita anche al castello e al museo di Aquaria “tanto apprezzato dai dai turisti forestieri e ancora troppo poco frequentato dai soncinesi”. A dirlo è il direttore del gruppo archeologico Aquaria, Franco Occhio.

Il Gruppo nasce il 16 novembre 1979 come associazione di volontariato senza scopo di lucro, aderente ai “Gruppi Archeologici d’Italia”. Il nome deriva dalla mitica città che la tradizione afferma esistesse in questo territorio che fu andata distrutta dopo una lunga e fiorente vita nel periodo celtico e romano. L’associazione opera per approfondire la ricerca storica locale, documentare eventuali scoperte, monitorare il territorio durante le opere di scavo edilizio e agricolo, per la raccolta del materiale archeologico affiorante e conservare sul posto i reperti interessanti la storia antica del luogo.

“Si sapeva che da mesi vi era un buco da sistemare all’ingresso del Museo dei combattenti, ma ha fatto curiosità lo scavo lungo tutto il muro verso la filanda. Qualcuno ha fatto commenti non proprio positivi su questi scavi: con le difficoltà economiche del Comune e con le necessità di interventi di conservazione in tutta la struttura della Rocca, non era meglio limitarsi a chiudere solo la piccola voragine all’ingresso del Museo? Ha comunque fatto meraviglia la presenza di archi alla base di tutta la muraglia”, ha proseguito il direttore.

Qualche anziano allora ricordava che tutte le vecchie costruzioni all’interno del Borgo poggiano su delle arcate: in tal modo il fondo di argilla, presente ovunque e reso più compatto con l’immissione di palificazioni, con l’arco distribuisce meglio il peso dei muri e dà maggior stabilità al fabbricato soprastante. “Alcuni soci di Aquaria, presenti ai colloqui, hanno ricordato che simili strutture erano state individuate anche nelle fondazioni del palazzo comunale durante i lavori di ristrutturazione del 1989 – ha concluso Occhio – Ed anche negli scavi fatti nel 1997 nel cortile del palazzo Della Volta per la costruzione di autorimesse sotterranee: in tale occasione gli archi sono venuti alla luce in lato Ovest sotto il muro confinante del capannone della Filanda Crippa, poi utilizzato dalla prima sede della Arcus”.

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