Lettere

Le dichiarazioni post
referendum del 'Comitato
per il No - Insula Fulcheria'

da Comitato del No-Insula Fulcheria

Il Comitato del No- Insula Fulcheria, che da quattro mesi a questa parte ha portato avanti la battaglia per i valori democratici della Carta Fondamentale della Repubblica, festeggia la schiacciante vittoria del No al referendum RenziBoschi. L’Associazione , composta da personalità di tutto il Centro-Destra Cremasco, da Forza Italia (Mauro Tenca, Gianmario Donida e Monica Uggè), all’Udc (Martino Boschiroli) e ai due gruppi consiliari di ”Servire il Cittadino” (Antonio Agazzi) e “Solo cose Buone per Crema” ( Paolo Patrini e Tino Arpini), ha promosso conferenze e incontri nelle piazze che sicuramente hanno fatto la differenza all’interno della circoscrizione cremasca.

Gli incontri, dapprima quello con la Professoressa Valenti e il Dottor Barletta, e successivamente con il Professor Mangia, sono stati organizzati al solo scopo di informare la cittadinanza affinchè potesse votare tramite una scelta consapevole e non deviata dagli slogan pro-riforma che, anche a livello locale, pressavano costantemente l’opinione pubblica. Per Tenca, presidente del comitato, il risultato referendario ha comunque “diviso il paese in due parti e la responsabilità di tale spartizione è ascrivibile unicamente alla condotta di Renzi che, ben potendo rappresentarsi gli esiti, ha voluto comunque continuare a propugnarci una riforma sbagliatissima”.

Stessa opinione condivide Martino Boschiroli, per il quale “le regole fondamentali della convivenza civile e politica vanno scritte insieme e condivise e non l’uno contro l’altro armato” considerando poi che “abbiamo perso un anno sul tema referendario, senza affrontare i veri bisogni degli italiani”. Per Donida, che ha analizzato il voto soprattutto a livello locale, “la vittoria del No a Crema indica come i cittadini abbiano espresso un voto ben definito, segno che le opinioni politiche anche in città stanno cambiando”.

Secondo Agazzi, infine, “gli italiani hanno compreso che il problema del paese non è quello di cambiare le regole ma solo cambiare la classe politica. Gli italiani hanno punito l’arroganza di un premier che era privo legittimazione popolare e che intendeva togliere ai cittadini la libertà e il diritto di voto”.

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