'L’unità del Cremasco non
si attua attraverso Scrp;
o si cambia o si chiude'
Una società, qualsiasi società, anche se interamente controllata dai comuni di un medesimo territorio, non può rappresentare quel territorio. Un consiglio di amministrazione non rappresenta un territorio. Scrp non rappresenta il Cremasco, inteso come entità politica e culturale. Scrp rappresenta se stessa. Per questi motivi l’acquisto del 4 per cento di azioni Padania Acque da parte di Scrp con i soldi dei comuni non avrebbe rafforzato il Cremasco, ma sarebbe stato funzionale alla medesima Scrp per entrare nell’idrico. I comuni non avrebbero aumentato di un’azione la loro partecipazione in Padania Acque. Il 4 per cento sarebbe finito completamente nel portafoglio di Scrp per essere gestito dal consiglio di amministrazione della società.
L’unità del Cremasco non si attua attraverso Scrp, che è uno strumento operativo (anche questo sarebbe da discutere), ma con un organismo politico che oggi non esiste. O, meglio, esiste ma in forma embrionale e non strutturata ed è il coordinamento dei sindaci dell’Area vasta.
La distinzione di ruoli, funzioni, responsabilità è un punto fermo, un cardine della democrazia, delle istituzioni, della politica. Non si possono identificare i comuni con le società per azioni e con i consigli di amministrazione. In caso contrario si ratifica l’aberrazione da tempo in atto: l’abdicazione della politica dal suo ruolo centrale nella gestione della cosa pubblica, per cederlo a economia e finanza. Nello specifico, si affiderebbe a Scrp questa funzione. E’ necessario uscire dall’equivoco più o meno cosciente, più o meno calcolato, di individuare in Scrp il collante che unisce il Cremasco. Scrp non può rappresentare il territorio, sia per i motivi citati sopra, sia per le logiche e le regole delle Spa. Logiche e regole che non coincidono con quelle della politica, che vede tra i suoi valori fondanti la condivisione e non l’imposizione. Le idee e non i pacchetti azionari. Il cittadino e non i dividendi.
Nelle Spa si conta in base alle azioni possedute, che per il socio di Scrp corrispondono approssimativamente al numero degli abitanti del proprio comune. Ne consegue una oggettiva penalizzazione dei soci più piccoli, che si ritrovano costantemente in minoranza. E’ sufficiente che Crema e due o tre realtà di media dimensione si accordino per imporre a tutti gli altri comuni una scelta non condivisa. Senza contare che il Comitato ristretto, deputato a svolgere un ruolo di raccordo tra soci e Consiglio di amministrazione, è tanto ristretto da assomigliare ad un club esclusivo.
Questo squilibrio è una delle ragioni per la quale alcuni comuni mignon valutano la possibilità di uscire dalla società, segnale significativo sulla reale rappresentatività di Scrp. Se si aggiungono alcune dichiarazioni arroganti e disinformate di consiglieri comunali di Crema in relazione alla mancata adesione di undici comuni al progetto varchi proposto da Scrp, è evidente che lo iato tra città e periferia è un problema che rischia di diventare insanabile. O Crema la smette di pensarsi antropologicamente superiore rispetto al resto del Cremasco, senza esserlo, oppure sarà destinata a raccogliere le briciole che territori limitrofi più coesi le lasceranno raccogliere. Crema si rassegni: non è un maschio alfa. Troppo dolce.
Scrp può essere utile al Cremasco se gestita in maniera meno approssimativa e contraddittoria, ma il suo ruolo si ferma qui. Spiace che politici di ultra decennale esperienza, infastiditi e innervositi dalla publicizzazione del dissenso verso Scrp, non riconoscano questa differenza tra società per azioni e associazione di comuni, difformità colta nel 1962 dai fondatori del Consorzio intercomunale del circondario cremasco. Pensato come organismo politico amministrativo, il Cic per evoluzione darwiniana è evoluto attraverso varie tappe in Scrp. Ha acquistato un consiglio di amministrazione e un Comitato ristretto. Ha perso la sua funzione e non rappresenta più il Cremasco. E lo sforzo di qualche sindaco e consigliere comunale di lungo corso, ma dalla leadership appannata, per sostenere il contrario è come la scritta sul bagnasciuga. Dura un’onda.
Scrp non rappresenta il Cremasco e non brilla come Spa. La gestione del progetto varchi elettronici, di quello della caserma dei vigili del fuoco, della gara d’appalto dell’igiene urbana, l’operazione teleriscaldamento lo confermano. O si cambia o si chiude.