Toninelli: 'Domenica sarà
un giorno fondamentale
per il futuro del Paese'
Gentile direttore, la prossima domenica sarà un giorno fondamentale per il futuro del Paese.
Il referendum che si svolgerà rappresenta infatti l’ultimo momento nel quale i cittadini potranno esprimersi contro una riforma sbagliata che minaccia di modificare per sempre la Costituzione, in peggio. La Costituzione è il patto che ci unisce tutti e non avrebbe mai dovuto diventare oggetto della contesa politica. Purtroppo, come è accaduto anche in passato in momenti di grave crisi, il Governo ha deciso di approfittare del contesto di incertezza e di difficoltà per intervenire su questo patto fondamentale che invece serve proprio a tenerci saldamente uniti in momenti come questo.
La crisi economica in cui siamo e in cui ha avuto inizio questa legislatura non è dovuta al nostro sistema istituzionale come il Governo vorrebbe raccontare, ma il frutto delle scelte politiche sbagliate della classe dirigente che ci ha condotto fin qui. Diversamente non si spiegherebbe la crisi che ha colpito anche tutti gli altri Governi europei. Ma solo qui il Governo ha scelto di scaricare attraverso la sua propaganda tutte le sue colpe sulla nostra Costituzione, quella nata dalle ceneri della più grande tragedia del secolo scorso, quella che unì tutte le forze politiche italiane in un momento drammatico della nostra storia, un momento in cui il Paese era in rovina e nuovi muri tra popoli e ideologie venivano eretti nel mondo. Eppure, nonostante le divisioni politiche tra schieramenti di derivazioni radicalmente differenti, su quella Costituzione si trovò il compromesso, l’unità di tutti, e con le istituzioni fondate su quel patto fondamentale che coinvolse tutte le forze politiche e il lavoro dei nostri padri e dei nostri nonni arrivò il grande miracolo economico con il quale l’Italia diventò una grande protagonista dello sviluppo di quegli anni. Oggi non è più così da tempo, il declino del Paese provocato da scelte sbagliate delle classi che lo hanno governato negli ultimi decenni ha lacerato il tessuto sociale e il nostro senso di comunità politica.
Niente di più pericoloso, in un contesto come questo, che dividere il Paese proprio su ciò che dovrebbe unirlo, al di là delle differenze politiche, ideologiche o sociali. Il Presidente del Consiglio ha deciso di fare di questo referendum un modo per legittimarsi in assenza di un mandato popolare al suo Governo, senza considerare che il Governo è temporaneo, la Costituzione è destinata a rimanere. Non ha nemmeno considerato le inevitabili conseguenze economiche di questa scelta, dal momento che era assolutamente prevedibile che di fronte a uno scenario di incertezza e a una campagna elettorale così lunga e così violenta la speculazione internazionale avrebbe potuto scatenarsi. Tutto questo non deve impedire ai cittadini di scegliere liberamente. Il terrorismo di certi media legati alla grande finanza speculativa è stato già smentito dai fatti di recente e lo sarà ancora.
La scelta dei cittadini sulla Costituzione è molto più importante perché si tratterà di una scelta irreversibile. La riforma contiene infatti i presupposti per consolidare un assetto che non si potrà più correggere. La propaganda del Governo che racconta che se non si accetta questa riforma non ce ne potranno mai essere altre è invece fondata sul nulla. La verità è all’opposto: nel referendum costituzionale sul quale siamo per essere chiamati a votare è chi vota sì che accetterà di mantenere le cose come sono adesso mentre voterà no chi si oppone, chi non vuole che le cose rimangano così. Il vero cambiamento che potrà venire da questo referendum è quello di come si concepisce la Costituzione: il vero cambiamento sarà attuarla, non sfigurarla. Cambiare la Costituzione per non cambiare niente del resto contro non cambiare la Costituzione per cambiare tutto. Questa è la scelta fondamentale che faremo il 4 dicembre. E per questo io sceglierò di cambiare tutto il resto, sceglierò di votare NO.