Cronaca

Fond. San Domenico, F.I.: 'Un pasticcio che avevamo annunciato da subito'

“L’avevamo detto in Consiglio comunale che sarebbe stato meglio condividere la presidenza e che scegliere un presidente politicamente targato non era una mossa saggia, ma non siamo stati ascoltati”.

Così Simone Beretta, capogruppo Azzurro in Consiglio comunale e Gianmario Donida, coordinatore cittadino di Forza Italia, hanno aperto la denuncia di sdegno riguardo la situazione, da loro definita “pasticciata”, della Fondazione San Domenico.

“Anche l’elezione di tecnici al posto di amministratori ha avuto poco senso. In Consiglio comunale la maggioranza e i Cinque Stelle hanno portato fior di curricula, che poi si sono ritorti loro contro, perché è come se un calciatore gestisse la società sportiva per cui gioca”, ha incalzato Donida.

Per la prima volta dalla sua nascita nel 1999, la Fondazione non ha potuto approvare il Bilancio a causa dei due consiglieri di nomina politica. “La città non merita questo – ha proseguito Beretta – è stato giudicato un Bilancio effettivamente in attivo attraverso una lente politica. Non è corretto”. L’Azzurro ha poi proseguito sottolineando che la presa di posizione difensiva dei consiglieri privati fosse fuori luogo, perché “l’unico che avrebbe dovuto prendere una posizione pubblica, difendendo sé stesso e il proprio operato, è anche l’unico che, fino ad ora è stato zitto. E il suo silenzio è a dir poco assordante”, ha aggiunto Donida riferendosi al presidente della Fondazione, Giuseppe Strada.

“Siamo stati sempre rispettosi della libertà della Fondazione – ha continuato Beretta – nonostante la Maggioranza abbia deciso di portare avanti un candidato che sapevano benissimo avere un carattere molto forte e tendente e nonostante l’imbarazzante inciucio dei Cinque Stelle con il Pd, volto a far fuori il candidato del centrodestra”. Per questi motivi, ora, Forza Italia chiede le dimissioni di Strada e di Domenico Baronio (consigliere 5Stelle), così da azzerare la triade del Cda che ha causato la mancata approvazione del Bilancio, “preferiamo uomini adeguati al ruolo di amministratori e inclini a manifestare una passione culturale disinteressata”.

I demeriti di questa vicenda, secondo i due Azzurri, sono da attribuire a “alcuni consiglieri di maggioranza politicamente ‘sgangherati’ che, per quanto avvisati, hanno deciso di farsi del male da soli, sbagliando scelte e valutazioni”.

Per il futuro Beretta e Donida continuano ad auspicare una presidenza condivisa: “Sostituire semplicemente Fausto Lazzari non ha alcun senso, perché significa mettere al suo posto un burattino che seguirà le indicazioni di Strada. Quello che vorremmo è scegliere insieme un nuovo presidente – hanno concluso – perché se lasceranno quello attuale, o ne eleggeranno un altro in totale autonomia, e le elezioni saranno vinte dal centrodestra, a quel presidente verranno chieste le dimissioni il giorno successivo. Ne sceglieremo, insieme, uno più adeguato”.

Ambra Bellandi

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