Istituto Spallanzani di Rivolta: 'Microalghe, nuova frontiera della ricerca'
Lo scorso weekend, l’Istituto sperimentale italiano “Lazzaro Spallanzani” di Rivolta d’Adda e la scuola Isis “Giulio Natta” di Bergamo sono intervenuti all’evento “BergamoScienza”, con il laboratorio “Microalghe – cibo, ambiente ed energia”, mentre il 30 settembre e l’1 ottobre, con il Politecnico di Milano sono intervenuti al “Meet me Tonight”, in piazza a Cremona e ai giardini Indro Montanelli a Milano, per raccontare al grande pubblico, attraverso semplici attività di laboratorio, che cosa sono le microalghe, quali le differenti aree di applicazione e come questa nuova biotecnologia potrebbe, a breve, inserirsi in diverse filiere già consolidate sul nostro territorio, rivoluzionandole e rafforzandole.
“L’Istituto Spallanzani da tempo investe risorse e knoh how nel comparto delle microalghe – ha spiegato Ettore Prandini, presidente Istituto Lazzaro Spallanzani di Rivolta d’Adda – Attraverso alcuni dei progetti in cui siamo coinvolti, come ‘Microflower’, ‘Microgate’ e ‘Il Polo delle microalghe’, finanziati da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, stiamo studiando come utilizzare questa nuova biotecnologia per rilanciare settori in difficoltà e per uno sviluppo economico sostenibile, al fine di ridurre il consumo d’energia e di risorse naturali oltre che di promuovere il riciclaggio e l’utilizzo delle risorse rinnovabili”.
Le microalghe sono microrganismi fotosintetici acquatici che contengono innumerevoli composti di grande interesse applicativo come proteine, vitamine, omega 3, antiossidanti, pigmenti e molecole con attività batteriostatica; tanto da considerare questi organismi delle “biofabbriche verdi” che consumano solo CO2, sali minerali abbondanti in natura ed energia solare.
“In particolare – conclude il presidente Prandini – l’Istituto Spallanzani sta collaborando con alcune aziende florovivaistiche, che da anni stanno vivendo un trend di graduale riduzione della produzione, per una conversione della coltivazione: la serra ora viene adibita alla produzione di microalghe per l’estrazione di fitocomplessi e molecole di pregio da valorizzare nei settori cosmetico o nutraceutico. Molti studi, infatti, dimostrano la capacità degli estratti microalgali di proteggere i tessuti da diversi tipi di inquinanti ambientali, dallo stress e dall’invecchiamento. Tuttavia molti aspetti risultano ancora oggi inesplorati rappresentando un’interessante opportunità per la ricerca di molecole bioattive dalle molteplici applicazioni e quindi anche nuove occasioni di ridefinizione delle strategie produttive aziendali”.
L’Istituto Spallanzani e il Politecnico di Milano hanno inoltre spiegato, attraverso le loro ricerche, come sfruttare questa nuova biotecnologia ai fini della mitigazione dell’impatto dei reflui e sottoprodotti di origine zootecnica e agro-alimentare sul territorio e alla trasformazione di questi in nuovi prodotti da valorizzare nei settori cosmetico, mangimistico, energetico, agricolo e chimico (produzione di bioplastiche).
Un’interessante biotecnolgia quella delle microaghe che, una volta resa applicativa, potrà apportare importanti benefici a livello ambientale, semplificando le procedure e diminuendo i costi connessi ad una gestione più sostenibile di un’azienda agricola, promuovendo nello stesso tempo la crescita e lo sviluppo di nuove attività nel settore secondario del nostro territorio.