Toninelli sulle Province: 'Non saranno abolite, si chiameranno Aree vaste'
“Le Province non sono state abolite, non saranno abolite dalla ‘schiforma’ costituzionale nemmeno se malauguratamente dovesse vincere il Sì, ma soprattutto continuano a spillare soldi ai cittadini quanto e più di prima”. Questo il duro attacco di Danilo Toninelli, deputato del Movimento 5 Stelle, riguardo l’installazione di un semaforo rilevatore di velocità.
“Che cosa ha a che fare questo con le Province? Negli ultimi tre anni le tasse locali sono aumentate del 22%, come ha attestato la Corte dei Conti nella sua ultima relazione sulla finanza locale. A fronte di questi aumenti, i servizi non sono migliorati ma sono stati tagliati: per questo hanno dovuto inventarsi questa che è una vera e propria forma di tassazione indiretta, come ha riconosciuto il Presidente della Provincia Vizzini quando affermò che non appena ci sarebbero stati i soldi per realizzare la rotatoria sulla Palluese sarebbe stato tolto l’autovelox, ovvero che le multe servivano a finanziare la realizzazione di opere sulle strade provinciali”.
“Nel frattempo ricordiamo a tutti che la Provincia abolita dal Governo Renzi con la legge Delrio è stata talmente abolita che il prossimo 6 novembre sarà eletto il nuovo presidente della Provincia di Cremona! Ma se i cittadini non ne hanno sentito parlare nessun problema, è tutto normale: a questo giro potranno votare solo politici, come avverrà con il nuovo Senato. E le Province non saranno abolite nemmeno con la ‘schiforma’ costituzionale, che al suo articolo 40 prevede espressamente ‘gli enti di Area vasta’, cioè il nuovo nome delle Province, e infatti in Lombardia i politici già da un po’ non fanno che discutere di come saranno costituite”.
“Le Province restano e cambiano nome in enti di ‘Area vasta’, le tasse cambiano nome in multe, se ne sono andate solo le elezioni ovvero è stato cancellato solo il diritto dei cittadini di votare. Per porre fine a tutto questo e evitare che questo succeda anche con il Parlamento, l’unica scelta è votare ‘No’ al referendum del 4 dicembre”.