La presidente della Camera Penale Crotti ospite del 'Rotary Club Crema'
"Giustizia efficiente e giusto processo: obiettivo possibile. Necessaria la parità tra accusa e difesa ed ampliare il contraddittorio".
“Ridurre la durata dei processi è possibile, purché sia chiaro quali siano le reali ragioni dell’allungamento dei tempi e, soprattutto, evitare che le correzioni che saranno poste in atto vadano a ridurre le garanzie di un processo giusto, soprattutto laddove ad essere tutelati sono i diritti degli ultimi o dei più deboli”.
L’avvocato Maria Luisa Crotti, presidente della Camera Penale di Cremona e Crema è stata ospite martedì sera del Rotary Club Crema e ha usato parole estremamente chiare per approfondire un tema che tocca da vicino ogni cittadino, sgombrando il campo da ogni distorsione o interpretazione frutto di appartenenze politiche, attenendosi con rigore a dati certi, ufficiali, ineludibili.
“La giustizia non è né di destra né di sinistra”, ha affermato rifacendosi e ancorandosi saldamente alla Carta costituzionale, laddove l’articolo 11 sancisce uno dei principi fondamentali dello Stato di diritto, “per raggiungere l’obiettivo del giusto processo e l’emergere della verità – ha proseguito – è necessario rafforzare il contraddittorio tra accusa e difesa, riducendo così anche il rischio di errore giudiziario. In questo contesto va pertanto posto su un piano di reale ed effettiva parità il rapporto tra Pubblico Ministero e difesa affinché il Giudice possa essere posto nelle condizioni di valutare le risultanze processuali da soggetto terzo, imparziale ed equidistante”.
Nel corso dell’intervento non è mancato il riferimento al nostro sistema detentivo, oggetto di pesanti osservazioni e sanzioni da parte dell’Unione Europea per lo stato di sovraffollamento delle carceri, l’inadeguatezza e il degrado di alcuni penitenziari. “Non dimentichiamo – ha precisato l’avvocato Crotti – che il carcere dovrebbe avere una funzione riabilitativa e non solo di luogo dove si sconta la pena. Invece pare troppe volte trasformarsi in una ‘scuola di crimine’ ove taluni detenuti entrano in contatto con soggetti o organizzazioni che ne favoriscono il permanere in un ambito criminale”. Perciò il carcere deve rimanere soluzione estrema, riservata a pochi e devono essere incentivate le misure alternative alla detenzione. Solo cosi potrà essere svolta a favore dei detenuti una efficace azione di recupero, con operatori adeguatamente formati e con attività di lavoro svolte anche da soggetti esterni all’interno delle mura del carcere, cosi da offrire a chi ha sbagliato una nuova opportunità.
La conclusione della conviviale, cui ha partecipato anche Matteo Gorlani, presidente del Rotaract “Terre cremasche”, si è focalizzata sul tema della prescrizione: “facciamo parlare i dati ufficiali – ha affermato Crotti – negli ultimi dieci anni le prescrizioni si sono ridotte del 40% ed il 58% delle prescrizioni avviene per motivazioni scaturite nella fase preliminare. Ad oggi solo il 9,5% dei processi subisce la prescrizione”.