Cronaca

Sequestrata pistola a marito violento. Da tempo la donna era spaventata

Ieri mattina una donna ha trovato il coraggio di denunciare i comportamenti violenti del marito.

E’ accaduto a Crema, dove da un anno l’uomo perseguitava la moglie fisicamente e verbalmente. Fin quando lei non ha più potuto. Visibilmente scossa ha contattato i carabinieri, che hanno effettuato una perquisizione dell’abitazione, perché durante l’interrogatorio è emerso che l’uomo deteneva un’arma.

Infatti, sopra l’armadio della camera da letto i militari hanno rinvenuto una pistola calibro 6.35 e oltre cento proiettili dello stesso calibro. “L’arma non risultava detenuta regolarmente – ha spiegato il maggiore Giancarlo Carraro – e quindi si è proceduti al sequestro e all’esame balistico, atto a verificare se utilizzata in passato per commettere eventuali altri delitti”.

La donna e il figlio adolescente sono stati allontanati dall’abitazione e accolti presso una delle strutture dell’associazione “Rete Contatto”, per evitare che potessero subire altre violenze.

E’ bene ricordare che presso il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri è stata istituita una Sezione Atti Persecutori che studia tale fenomeno criminoso – ha proseguito Carraro – I dati raccolti sono disarmanti e dicono che oltre il 90 % dei reati di violenza domestica è causato dall’uso delle armi”.

La legge 119/2013 sulla violenza domestica prevede tre novità importanti:
– Il gratuito patrocinio per le persone meno abbienti (le vittime della violenza possono chiedere di essere tutelate gratuitamente da un legale, se non hanno disponibilità finanziarie);
– L’anonimato per i vicini di casa che segnalano le violenze (la legge tutela la persona che segnala alle forze dell’ordine quanto di male accade nelle abitazioni dei vicini);
– Le donne straniere extra europee possono chiedere il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di giustizia allorquando sono vittime di violenza domestica.

“Spesso accade che le donne siano vittime anche di molestie e atti persecutori da parte di ex compagni, mariti, fidanzati e colleghi di lavoro che si traducono, a volte, anche con comportamenti violente. La vittima, in questi casi, avverte una persistente grave sensazione di paura e ansia tanto da alterare le proprie abitudini di vita. E’ possibile intervenire, spesso risolutamente, se la problematica viene rappresentata alle forze dell’ordine sul nascere, adottando eventualmente provvedimenti amministrativi quali la diffida e l’ammonimento che non sono vere e proprie misure coercitive o giuridicamente rilevanti nei confronti dell’aggressore ma costituiscono una sorta di difesa/barriera ed una forma di deterrenza efficace, soprattutto nei confronti di quei molestatori che non hanno mai avuto problemi con la legge – ha concluso Carraro – L’invito che viene fatto è di rivolgersi subito alle forze dell’ordine e/o alla RETE CONTATTO e non quello di tergiversare, per paura, poiché spesso in questi casi la situazione degenera con conseguenze irrimediabili”.

ab

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