Ripalta, impianto di video sorveglianza collegato a centrale dei carabinieri
Al fine di anteporre alla criminalità diffusa una barriera in grado di contenere il fenomeno dei reati ed in particolare di quelli predatori che soprattutto nel periodo autunnale si acuisce, grazie alla partecipazione ad un bando della Regione Lombardia, diversi Comuni cremaschi hanno potuto ottenere finanziamenti consistenti per la realizzazione di impianti di videosorveglianza. Tra questi, il primo a completare l’opera è stato il Comune di Ripalta Cremasca il cui sindaco, Aries Bonazza, ha fatto installare ben 10 nuove telecamere che hanno ampliato l’impianto già presente di 6 telecamere con un collegamento alla centrale operativa dei carabinieri del paese.
“La sicurezza si poggia essenzialmente su quattro pilastri” evidenzia il capitano Giancarlo Carrano. “Innanzitutto è legata all’adozione di misure minime di sicurezza da parte del cittadino (tutelare meglio la proprietà, cambiando le abitudini di vita e allacciandosi alla linea 112). Fondamentale anche la cosiddetta sicurezza partecipata, segnalando attraverso la linea di emergenza 112 alle forze dell’ordine la presenza di auto e/o persone sospette. Altro aiuto è rappresentato dalla tecnologia, con la presenza di telecamere in grado di segnalare con degli allert la presenza di auto rubate/sospette inserite nella black list. Infine è fondamentale la la prevenzione, con l’impiego di più pattuglie che vigilano il territorio ed intervengono su segnalazione della C.O. tempestivamente sugli obiettivi violati, riuscendo ad ottenere efficaci risultati”.
“Oltre al Comune di Ripalta C.sca, diversi altri Comuni cremaschi stanno completando l’opera di installazione e collegamento a questa centrale operativa, per rendere più omogenea l’area sotto l’aspetto della sicurezza” continua Carrano. “La sicurezza, infatti, è più efficace se si basa su una reale percezione da parte dei cittadini ma ora il futuro appare sicuramente più roseo anche grazie alla tecnologia e alle opportunità economiche che sono state sfruttate”.