investita sulla Serenissima
la posta in palio è molto alta"
soddisfatto qualità del servizio
55 reati ogni 10mila abitanti
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Paura ieri pomeriggio a New York. Intorno alle 16, alla “Trump Tower” sulla quinta strada, sono arrivati poliziotti ed elicotteri, il traffico è stato bloccato, la zona transennata e la gente invitata ad andarsene.
“Sembrava un allarme terrorismo, la gente diceva che ci fosse una bomba”, ha raccontato Arrigo Barbaglio, fotografo e scrittore Cremasco che era sul posto. “Io ero su un autobus che è stato fermato, ci hanno detto di scendere e poi i poliziotti ci hanno gridato ‘Andate via velocemente, non state fermi!'”
Ma la curiosità ha avuto il sopravvento e Barbaglio è rimasto a guardare per documentare quanto stava accadendo. Col passare del tempo si è capito che un uomo, Stephen Rogata secondo quanto riporta oggi il “Daily News”, si stava arrampicando sul grattacielo di vetro con delle ventose. Il motivo, sempre secondo le fonti del quotidiano Newyorkese, pare fosse quello di farsi vedere e ascoltare con il repubblicano in corsa per la presidenza.
Ovviamente i poliziotti sono intervenuti per fermare l’esaltato, con l’ausilio di un carrellino dei lavavetri, che al 21esimo piano è stato recuperato e messo al sicuro.
Barbaglio si è piazzato sotto il grattacielo, accanto agli addetti stampa per cercare di carpire più informazioni possibili: “Sembrava davvero un allarme bomba e nessuno in strada avrebbe potuto smentirlo. Sarebbe potuta scoppiare una bomba nell’edificio e caderci tutto addosso, oppure apparire qualcuno sul tetto e iniziare a sparare. Grazie al cielo, dopo circa tre ore, l’allarme è rientrato e la paura è finita”.
E Barbaglio, grazie alla sua digitale compatta, ci ha fatto avere questo reportage.
Ambra Bellandi