La "Gmg" dei Cremaschi: le testimonianze dei ragazzi e dei don

I 100 ragazzi di Crema e del Cremasco di ritorno dalla “Gmg”: “Un’esperienza indimenticabile”.

Si è conclusa la “Giornata mondiale della gioventù”, che quest’anno si è svolta in Polonia. Per molti ragazzi cremaschi l’avventura ha avuto inizio il 19 luglio, con il gemellaggio diocesano con l’arcidiocesi di Katowice. “E’ stata una settimana interessante – ha detto don Paolo Rocca, che ha accompagnato i giovani sin dal primo giorno, insieme ad altri sacerdoti del Cremasco – I ragazzi sono stati tutti ospitati nelle famiglie e hanno potuto stringere legami”. Oltre ai momenti di svago, rappresentati da numerose gite nel territorio circostante la diocesi, come, per esempio la visita a boschi e chiese, vecchie miniere di carbone, musei, parchi e scampagnate, non sono ovviamente mancate le riflessioni e le catechesi. Queste sono state portate avanti sia con i sacerdoti italiani che con quelli polacchi, grazie anche alla presenza del vescovo Oscar Cantoni, che ha raggiunto i ragazzi dopo qualche giorno, e del vescovo locale Wiktor Pawe? Skworc. “Abbiamo pregato in italiano e in polacco, meditato insieme, celebrato la messa e fatto festa – ha proseguito don Paolo- Durante l’omelia Papa Francesco ha esortato i ragazzi a non rassegnarsi a quanto c’è nel mondo, a sperare nel cambiamento e operare affinché accada. Siamo tornati a casa consapevoli e fiduciosi di essere portatori e donatori di Misericordia”.

Anche don Mario Botti, parroco di Ombriano, con il seminarista Alessandro Vanelli e altri dodici ragazzi, sono partiti alla volta di Cracovia. “E’ stato bellissimo – ha dichiarato entusiasta Irene Tosi, 17 anni – Era una vita che volevo provare questa esperienze ed è stata come me l’aspettavo: indimenticabile”. “Ero incuriosita – le ha fatto eco Ilaria Bergomi, 20 anni – Si vedono immagini alla Tv di folle di ragazzi che condividono ogni istante e sembra impossibile che sia vero. E invece è proprio così”.

“Eravamo tutti ospitati presso le famiglie – hanno proseguito le ragazze – Inizialmente la comunicazione è stata difficile perché loro capivano poco l’inglese, ma superata questa piccola barriera siamo riusciti a viverci reciprocamente. Il momento più bello di tutti è stato certamente quello dell’adorazione al Campus Misericordiae, dove tutti i giovani portavano in mano una candela e ascoltavano il silenzio e le preghiere”.

Anche Alessandro ha ricordato con emozione i momenti della Gmg: “E’ stata la mia prima volta e l’ho vissuta da seminarista. Sono riuscito a sorprendere me stesso e ho capito ancor più profondamente il cammino di fede. E’ meraviglioso sentirsi in mezzo alla folla e sentire che tutti sono lì per il tuo stesso motivo. Ovvero, come ha detto il Papa, per ‘costruire ponti di fratellanza’”.

“Il Santo Padre è coinvolgente con i giovani – ha detto sorridendo don Mario – a un certo punto ha chiesto loro di prendersi per mano e alzare le braccia ed è stato come vedere un vero ponte di persone unite sia fisicamente che spiritualmente. E’ stato bello – ha concluso il don – ma la Gmg non si conclude qui. Quando si ritorna, essa prosegue nella realtà quotidiana, nella vita in parrocchia, negli incontri in oratorio. Il Papa ci ha lasciato due begli interrogativi: cosa possiamo fare dopo questa esperienza di felicità e cosa davvero ci rende felici. E tutti potremo rispondere a queste domande grazie alla carica interiore che la Gmg lascia dentro ognuno di noi”.

L’unico inconveniente della Gmg polacca è stata la morte della 19enne romana, che nel ritorno ha perso la vita a causa della meningite. La giovane aveva transitato a “Casa Italia”, il campus di riferimento dei ragazzi italiani in Polonia. “E’ arrivato il messaggio da Regione Lombardia che suggerisce di praticare la profilassi a chi è passato da ‘Casa Italia’, ma invita anche a non allarmarsi ed evitare attacchi di panico inutili” hanno confermato entrambi i parroci intervistati.