Politica

Liquidazione Scs Servizi Locali spacca maggioranza: dura polemica di Bettenzoli

E’ polemica sulla decisione di liquidare Scs Servizi Locali. La deliberazione, approvata il 6 luglio dal Consiglio Comunale di Crema, con 17 voti a favore e la contrarietà solo dei due consiglieri comunali di Rifondazione Comunista, riguardava l’indennità complessiva dovuta dal Comune di Crema a SCS Servizi Locali srl in liquidazione, riguardante la cessazione anticipata della gestione dei diversi servizi concessionari. “Operazione di smantellamento portata a termine con una dedizione degna di migliore causa dal sindaco Stefania Bonaldi” attacca il consigliere Piergiuseppe Bettenzoli. Che spiega le sue motivazioni in merito alla mancata condivisione. “Avendo partecipato, come partito, alla stesura del programma del centro sinistra che ha portato la Bonaldi a sedere sullo scranno di sindaco, posso affermare che nel programma non si faceva cenno allo smantellamento di Scs Servizi Locali (centro natatorio, parcheggi, pubblica illuminazione), alla vendita di Scca (teleriscaldamento), perché se così fosse stato, il Partito della Rifondazione Comunista non avrebbe mai accettato di far parte di questa maggioranza”.

Paroli forti, quelle di Bettenzoli, che ricorda la storia dell’azienda. “Sono trascorsi 17 anni, dal primo luglio 1999, quando la maggioranza che sosteneva il sindaco Claudio Ceravolo deliberò la costituzione dell’Azienda Speciale Multiservizi, con la contrarietà del centrodestra che abbandonò l’aula e il solo voto contrario del consigliere Noci. Si arrivò alla costituzione dell’azienda con forti polemiche da parte della destra, che pur aveva votato nel 1989 la costituzione di una società mista, pubblico-privati (con il voto favorevole anche del consigliere Simone Beretta). Ora si è arrivati a votare una deliberazione che mette una pietra tombale sulla società voluta dal nostro comune”.

Si poteva fare diversamente? Per Bettenzoli c’erano altre strade percorribili. “La verità è che la Bonaldi e il Pd hanno sposato una linea politica ideologicamente liberista, che noi non possiamo condividere, perché altrimenti si poteva rilanciare la nostra società. Provate a pensare ai favori fatti al privato (lo Sport Management spa di Verona), ben tre dipendenti sono stati tolti dall’organico della piscina, addirittura l’ex direttore è stato riportato in Comune, con questo risparmio economico la piscina si poteva gestire per tutta la vita. Senza dimenticare il mancato introito del canone d’affitto per 5 anni”.

“Sappiamo che settori della maggioranza avrebbero voluto affidare la gestione del servizio di pubblica illuminazione al Consorzio Energia Veneto; siamo stati salvati da questa ulteriore sciagura dall’intervento prima da parte del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, dr Raffaele Cantone, che in data 15.10.2015 ha disposto la sospensione del Consorzio Cev dall’iscrizione nell’elenco dei Soggetti Aggregatori, poi dalla Magistratura che ha arrestato i vertici del CEV per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale” continua Bettenzoli. “Questi erano i nostri possibili gestori dell’illuminazione pubblica, soggetti che avevano creato un sistema di scatole cinesi, che favorivano aziende a loro intestate o a loro parenti. L’illuminazione pubblica nelle mani di una associazione per delinquere, questo ha rischiato la nostra città. Come Rifondazione Comunista  ci batteremo per la reinternalizzazione in Comune degli appalti, sappiamo di andare controcorrente, ma su questo misureremo le possibili future alleanze”.

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