Università provinciali, la ripresa c’è ma è timida
Nelle università di Cremona e Crema due iscritti su tre provengono da fuori provincia. Di questi circa la metà arriva da una provincia limitrofa – Brescia, Bergamo e Piacenza quelle con il maggior numero di studenti – mentre l’altra metà spazia dalla Lombardia all’Abruzzo. E questa non è che una delle istantanee fotografate nel rapporto sugli iscritti e laureati nelle scuole universitaria della provincia.
Il dato positivo è che l’attrazione verso le opzioni universitarie locali c’è. Nell’anno scolastico 2015-2016 il numero di iscritti alle università cremasche e cremonesi è aumentato di poco meno del 10% rispetto all’anno precedente, toccando quota 2166 studenti. La maggior parte di questi, ovvero il 62% del totale, è di genere maschile, mentre le femmine rimangono al 38% – in Italia le quote sono del 55% e del 45%.
L’università più in voga continua ad essere la Statale di Milano – che a Crema ospita le facoltà di Scienze e tecnologie e di Infermieristica – con 708 iscrizioni (il 12% in più dell’anno 2014-2015). Seguono, in ordine decrescente, l’Università cattolica di Milano (392 iscrizioni, +1%), il Politecnico di Milano (377 iscrizioni, +3%), l’Università degli studi di Brescia (346 iscrizioni, -4%) e, infine, l’università degli studi di Pavia (343 iscrizioni, +14%).
È il polo universitario ad attirare il maggior numero di studenti provenienti da fuori provincia. Dei 708 iscritti solo poco meno del 25% – cioè uno studente su quattro – abita in provincia di Cremona. Al contrario, l’Università cattolica e l’Università degli studi di Brescia fanno registrare una preponderanza di studenti locali, rispettivamente il 56% e il 57% del totale.
Se l’andamento generale è quello di un aumento delle iscrizioni – fatta eccezione per il distaccamento dell’Università di Brescia – non si può trascurare la timidezza della ripresa. Rispetto a 5 anni fa (ovvero all’anno scolastico 2010-2011) il numero di iscritti segna un saldo in positivo di 41 unità. Tuttavia, rispetto a 10 anni prima le università provinciali hanno perso 400 studenti, circa il 20% degli iscritti attuali.
[Iscritti alle università provinciali, il rapporto]
Stefano Zaninelli