Cronaca

Soncino, l’antico pozzo “recuperato e nascosto”

L'installazione del pozzo alla Rocca di Soncino

È ancora in attesa della giusta visibilità il pozzo storico ospitato nel giardino antistante la Rocca di Soncino. Come osserva Franco Occhio, direttore del gruppo antropologico Aquaria, il pozzo non ancora visibile nonostante un progetto fosse già stato messo in campo. “Ci sarà una soluzione?”, domanda Occhio.

Il pozzo è il simbolo della ricchezza archeologia di Aquaria, antica città celtica distrutta dai Romani, situata in territorio soncinese. Il primo venne scoperto dietro il cimitero di Gallignano, in località Anguanà, da alcuni contadini che stavano pulendo una dugale. Poi vennero il pozzo delle Cave Danesi, il pozzo della Cascina Serafina, il pozzo presso il Mulino San Pietro ed infine ultimi i nove pozzi del sito archeologico di Isengo.

il pozzo oggi

Per preservare il simbolo di quello che venne chiamato il Museo di Gallignano – per via delle numerose visite didattiche organizzate al pozzo della Venina – il gruppo archeologico Aquaria chiese di prelevare uno dei pozzi della Venina perché fosse di richiamo per il nuovo museo. Una volta prelevato, il reperto – che altrimenti sarebbe andato distrutto insieme agli altri nel livellamento del campo – venne sistemato nel magazzino comunale in attesa della sistemazione definitiva.

Da lì la decisione di traslocarlo nel prato antistante la Rocca Sforzesca, posato sottoterra e reso visibile da una lastra di vetro. Ad oggi, tuttavia, ciò che si pone all’occhio dei visitatori è una lastra di ferro che copre e nasconde un reperto di circa 2000 anni fa, dove i celti del villaggio della Venina di Isengo prelevavano l’acqua.

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