Politica

Riassetto scuole: pace non fatta tra Cremona e Crema, rimandato al dopo-Vezzini

Il presidente uscente propone una mozione, votata con 7 favorevoli e 5 contrari, chiedendo che nelle decisioni future si tenga conto del lavoro fatto sinora.

La questione del dimensionamento scolastico ha acceso il dibattito del Consiglio provinciale, tenutosi nel tardo pomeriggio di mercoledì 1 giugno, dopo la lettura della missiva che i sindaci cremaschi e dei consiglieri Calvi, Bonaldi, Fiori, Savoldi e Rossoni hanno inviato al presidente Vezzini. Una lettera pesante, in cui si chiede di ridiscutere il provvedimento, in quanto “non vi sono scadenze perentorie tali da dover imprimere un’accelerazione autoritaria, rischiando di rompere irrimediabilmente l’equilibrio di un territorio e la serenità degli operatori scolastici”.

I cremaschi hanno espresso contrarietà “ad operazioni chirurgiche mirate a salvaguardare solo gli interessi di due Istituzioni Scolastiche”. E hanno chiesto di ridiscutere la proposta, ritirando l’ordine del giorno. “In caso contrario apriremo ad ogni forma di tutela prevista dalla Legge, per salvaguardare un sistema che, altrimenti, sarebbe irrimediabilmente compromesso da una scelta unilaterale non giustificata da motivi di urgenza” conclude la lettera.

Dal canto suo Vezzini ha ribattuto che “tutto questo è sintomo di una questione che è andata fuori dalla rotaie e oggi siamo qui a raccogliere i cocci. Nessuno ha preso decisioni frettolose. Si è partiti il 12 ottobre con la richiesta di una scuola che ha chiesto di prendere in considerazione gli ambiti scolastici. Abbiamo parlato anche con i sindacati. Una questione che doveva essere per noi solo una analisi tecnica sta diventando questione territoriale, e spiace che si sia creata questa situazione”.

Secondo Vezzini, “il termometro è andato ben oltre i 40 di febbre. Stiamo sollevando una questione territoriale che non ha senso nell’ambito di una discussione sul dimensionamento scolastico”.

Dura la risposta del consigliere Gianni Rossoni, secondo cui “non si sta facendo nessuna questione territoriale. Rispetto alla legge sulla buona scuola, che prevede di istituire ambiti che siano completi, bisogna semplicemente fare delle scelte. Vi sono ragioni che sostengono l’indivisibilità dello Stanga a livello provinciale e altre che ritengono il contrario e sono suffragate dalla impostazione della Buona Scuola, che chiede una offerta formativa completa, la dotazione organica degli insegnanti, ecc”.

La proposta è dunque quella di “non dividersi come amministratori ma, non essendoci una scadenza imminente, di rinviare la questione tentando di trovare altre opzioni che possano trovare la condivisione unanime del consiglio provinciale. Non carichiamo troppo la questione sul versante della divisione territoriale, manteniamolo nel campo strettamente scolastico”.

Pietro Fiori ha ribadito la proposta di tenere separato il tema delle scuole da tutto il resto. “Io ho sostenuto la scelta della separazione degli ambiti per tutelare l’offerta formativa della scuola” ha detto il consigliere.

“Riteniamo che si possa mettere le mani nel piatto e vedere quali siano le combinazioni più opportune non per i dirigenti ma per le strutture scolastiche, in modo molto laico” ha aggiunto Stefania Bonaldi. “Ciò si può fare con un ulteriore margine temporale, chiedendo ai dirigenti di sedersi intorno ad un tavolo e ad indicarci le opzioni alternative possibili. Un intero territorio è venuto a rappresentare un senso di insoddisfazione per la soluzione che è stata proposta. Noi siamo qui come rappresentanti dei territori ed è quindi legittimo che ci si possa confrontare su dinamiche territoriali. Non andiamo orgogliosi di aver lasciato il consiglio provinciale la settimana scorsa. Abbiamo fatto mancare il quorum perché volevamo lanciare un segnale, e sentirci rispondere che in seconda convocazione bastano 5 consiglieri e quindi il provvedimento passerà comunque, ovviamente ci ha fatto arrabbiare. Esorto a ricondurre il dibattito nel suo alveo naturale e a ridiscutere la cosa, di fronte alla mancanza di un soddisfazione da parte di tutti”.

Molto critico Federico Fasani, che attacca direttamente il sindaco di Crema: “Mi spiace sentire da Bonaldi una lettura dei fatti che esclude la responsabilità di chi se ne è andato nell’ultima seduta” ha detto. “Si sta lavorando con un criterio di squadre. Si è parlato di “noi” e “voi” all’interno di un assemblea, quando dovrebbe essere un unico “noi”. E’ un fatto incontrovertibile. Noi rappresentiamo 113 comuni, non i territori separatamente. Andare a ricostruire la nostra presenza qui sulla base di un diritto che ci proviene dal territorio trovo sia sbagliato e sgraziato. Trattare un argomento tecnico secondo criteri di appartenenza territoriale è un grave errore amministrativo”.

Anche Fasani si è però detto d’accordo sull’idea di ricostruire i presupposti per “il clima collaborativo che c’era prima. Prendendosi anche un po’ di tempo per ridiscutere e magari riformulare la proposta. A me sembra però che emerga un desiderio di rottura piuttosto forte. Leggo anche un importante assenza dei partiti in questo dibattito. Il presidente Vezzini spesso viene lasciato solo dal suo partito. Vedo persone appartenenti a stessi schieramenti politici che tra loro non concordano. Il tavolo rischia di spaccarsi sempre di più”.

Secondo il consigliere Paolo Abruzzi, l’azione di far mancare il numero legale per il voto “è stata una azione di guerriglia, che ho condannato. E ho assistito a un conseguente contrattacco: di fare la seconda convocazione per evitare il problema del numero legale. Con questi presupposti l’accordo unanime non lo troveremo mai e probabilmente qualunque sarà la decisione finale ci sarà qualcuno che dovrà subirla. Siamo a un punto di non ritorno. C’è stato un atto e una controoffensiva. Se perseveriamo nella volontà di votare oggi daremo una sensazione negativa. Ma il voto è necessario. E non ammetto che si dica che se il voto non va come si vuole allora si farà ricorso. Altrimenti manchiamo di rispetto a noi stessi. Diventa una operazione al massacro”.

Il consigliere Sisti ha ricordato l’importanza di non dividere lo Stanga, cosa che “Nessuno ha mai proposto di fare. E’ una eccellenza da Crema a Casalmaggiore. E dividerlo potrebbe avere conseguenze sul personale Ata”.

Molto pacato l’intervento di Andrea Virgilio, che ha rimarcato come la proposta al voto “è stata fatta con un lungo percorso. Non credo si tratti di una rivoluzione epocale nè che vi sia stato un approccio frettoloso. Noi consiglieri provinciali non ci siamo mai misurati in termini dialettici e di scontro, perché con un ruolo nuovo e affrontando temi di servizi pubblici non ci siamo mai scontrati.

Ho sentito parlare di rinvio, ma non vorrei che questo diventasse qualcosa legato a istanze della politica, perché sarebbe un atto violento nei confronti del percorso virtuoso e istituzionale fatto sinora da tutta i soggetti in campo. Attenzione che non diventi una battaglia politica, che sminuirebbe il lavoro fatto”.

Per alcuni consiglieri, come Viola e Vairani, dividere lo Stanga è un errore.

Dopo le dichiarazioni di voto, che hanno visto il sì per Viola, Vairani, Virgilio, Sisti e Fasani, e il “no”per Bonaldi, Calvi, Savoldi, Rossoni e Fiori, con l’astensione di Abruzzi, Vezzini si è preso una pausa di riflessione, tornando in aula con una controproposta: “Non votiamo stasera, ma presento una mozione che lascerò come indicazioni al futuro presidente, mio successore, perché non voglio buttare via il lavoro fatto”.

Vezzini ha chiesto che vengano definiti alcuni punti fermi. “Premesso che in seguito alla costituzione degli ambiti territoriali sono pervenute da parte del Munari e del Marazzi specifiche richieste per rivedere l’assetto istituzionale e organizzativo e chiarito che la costituzione degli ambiti non implica obbligo di dimensionamento scolastico ma è opportunità per sanare casi clinici, chiedo che si vada a sanare la situazione del sottodimensionamento dell’istituto Stradivari, che vengano prese in esame le richieste degli istituti Munari e Marazzi che si mantenga l’unitarietà dello Stanga. Per Cremona propongo l’aggregazione dello Stradivari al liceo Artistico e dell’Itis con l’Apc”.

Abruzzi ha evidenziato che l’apertura del presidente “è importante ed è un passo avanti, che ci da la possibilità di continuare il dialogo. La sua mozione va incontro alle mie richieste di andare oltre l’empasse e quindi la approvo”.

La richiesta di Vezzini è però caduta nel vuoto e i cremaschi hanno persistito nel voto contrario. La mozione passa quindi con 7 voti a favore contro 5 contrari.

Laura Bosio

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