Politica

Accorpamenti scolastici: Crema dice ‘no’ a Cremona

Casorati, Galmozzi, Bonaldi, Polig, Grassi

La riorganizzazione scolastica prevista nella riforma della Buona scuola – la Legge 107 del 2015 – troverà piena attuazione nell’anno 2017/2018. Entro settembre del prossimo anno l’assetto dell’offerta formativa dovrà essere definito e rivisto alla luce dei criteri della riforma, tra i quali il numero minimo di studenti. Ciò, nel Cremasco, rappresenta un problema per quegli istituti che hanno una sede a Crema e una a Cremona (Munari, Stanga, Marazzi), i due ambiti scolastici territoriali della ex provincia, e che dovranno accorparsi per soddisfare i requisiti della Buona scuola.

La proposta formulata dal presidente della provincia Carlo Vezzini prevede la divisione del liceo Munari e dell’istituto Marazzi dalle sedi cremonesi, e prospetta l’accorpamento della sede cremasca dello Stanga a quella del capoluogo. Tuttavia, contro tale ipotesi si sono schierati il fronte dei dirigenti scolastici cremaschi e il coordinamento dei sindaci dell’area omogenea cremasca, che oggi ha convocato la stampa a palazzo comunale per alcuni chiarimenti sul percorso da intraprendere.

“Al presidente Vezzini abbiamo già rappresentato in più sedi la nostra contrarietà – ha esordito il sindaco Stefania Bonaldi –: pensiamo che, nel momento in cui si intenda mettere mano alla situazione attuale, lo si debba fare per tutti gli istituti. Le proposte formulate sinora hanno il sapore dell’ingiustizia: a Crema si chiede un sacrificio per sistemare i problemi di Cremona”.

Per gestire al meglio il futuro degli istituti “a scavalco” dei due ambiti scolastici territoriali, i sindaci cremaschi hanno istituito un tavolo di lavoro con i dirigenti scolastici. La situazione dei tre istituti ha già trovato spazio in alcuni incontri tra l’assessorato all’Istruzione e i vertici scolastici: “è un cambio epocale – ha sottolineato l’assessore Attilio Galmozzi – e il presidente Vezzini non può non tenere in considerazione il parere dei dirigenti. Scindere lo Stanga non comporta una perdita di offerta, ma la ricollocazione dell’istituto in un ambito scolastico, quello cremasco, che offre un eccellente servizio”.

Scuola e politica si presentano coesi: obiettivo è la salvaguardia di un’infrastruttura formativa completa ed originale. Parlando per conto delle rappresentanze politiche, Maria Luise Polig, primo cittadino di Pandino, ha messo l’accento sulla “volontà di incidere sulla conformazione dell’offerta formativa”. Priorità di questa fase dovrà essere “ragionare sulla conformazione migliore, creando percorsi di filiera scolastica logici e compiuti”. Solo dopo averlo fatto si potrà “entrare nel merito delle singole opportunità”, e decidere quali istituti converrà accorpare.

Da parte sua, il mondo della scuola – presente in conferenza con una dozzina di persone, tra docenti e dirigenti – apprezza lo sforzo: “siamo ben felici del sostegno dei sindaci cremaschi – ha commentato Basilio Monaci, carismatico docente dell’istituto Stanga – specie in un momento in cui i sindacati, schierandosi con Vezzini, sembrano difendere solo i lavoratori cremonesi. Ogni collegio docenti lavora per far bene il suo lavoro, anche se la sede dell’istituto o le associazioni di categoria stanno a 50 chilometri di distanza. Già oggi lavoriamo in autonomia e dividerci non cambierebbe nulla: noi continueremmo ad essere i servi della gleba, loro a tenersi i soldi”.

Se, per quanto concerne i sindacati, l’invito che Aldo Casorati (sindaco di Casaletto Ceredano) ha rivolto è quello “ad una profonda e ponderata riflessione”, meno posato è stato l’intervento del primo cittadino di Casale Cremasco, Antonio Grassi: “Siamo stanchi di fare i portaborracce e donatori di sangue di Cremona: nell’incontro con il governatore Maroni non ci hanno considerati, con il sottosegretario Nava non ci hanno nemmeno invitati e anche l’altro giorno, quando a Cremona si è svolto l’incontro con le categorie economiche, Crema non è stata considerata. A ciò si aggiunga che finora nessun partito ha preso una posizione netta. Ma se la storia siamo noi, noi faremo la storia”. A partire dalla riorganizzazione.

Alcuni docenti e dirigenti presenti alla conferenza
Alcuni docenti e dirigenti presenti alla conferenza

Stefano Zaninelli

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