Cronaca

Omicidio di Frank, per l'indiano di Offanengo chiesti 3 anni e 6 mesi

Processo per l'omicidio di Frank Seramondi e di sua moglie Giovanna: chiesto l'ergastolo per l'indiano di Robecco d'Oglio e 3 anni e 6 mesi per il connazionale di Offanengo.

Il tribunale di Brescia

Quattro ergastoli e una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione. Queste le richieste del pm di Brescia Valeria Bolici per i cinque imputati processati con il rito abbreviato in tribunale a Brescia per l’omicidio di Francesco ‘Frank’ Seramondi e di sua moglie Giovanna Ferrari, 67 e 65 anni, freddati con un fucile a canne mozze nella loro pizzeria di via Val Saviore, zona della Mandolossa, la mattina dell’11 agosto di un anno fa, e per il tentato omicidio del loro dipendente albanese Arben Corri, ferito a colpi di pistola il primo luglio precedente.

Tra gli imputati c’è anche un indiano residente a Robecco d’Oglio e un connazionale di Offanengo. Si tratta di  Gurjeet Singh (detto ‘Jetta’), 29 anni, per il quale il pm ha chiesto l’ergastolo per aver concorso nell’omicidio di Francesco Seramondi, e Jasvir Lal, 30 anni, per il quale l’accusa ha invece chiesto una pena di tre anni, sei mesi e 1.200 euro di multa per la ricettazione del fucile. Per la procura, Jetta, per il quale è stata chiesta l’assoluzione per il concorso in omicidio di Giovanna Ferrari, avrebbe procurato l’arma, concorrendo così nell’omicidio, essendo lo stesso a conoscenza che il delitto sarebbe stato commesso. Proprio il fatto di aver saputo gli e’ valso l’accusa più grave. Intorno al 13 aprile del 2015, Gurjeet Singh e Jasvir Lal avrebbero venduto ai killer il fucile Breda con le dimensioni delle canne alterate per aumentarne la potenzialità e renderne più agevoli il porto, l’uso e l’occultamento. Ergastolo è stato chiesto anche per il presunto esecutore materiale del delitto, il pakistano Muhammad Adnan, proprietario del negozio ‘Dolce e Salato’, comprato dai Seramondi per circa 200mila euro e concorrente dell’attività delle vittime, e per gli indiani Sarbjit Singh e Santokh Singh.

Nell’inchiesta sono coinvolti altri due indiani residenti nel Cremonese e un sardo residente a Castelvetro Piacentino, accusati a vario titolo di ricettazione e favoreggiamento. Questi ultimi hanno scelto di andare a dibattimento. A processo, il 26 gennaio del 2017, andranno Harjap Singh (detto ‘Jaffy’), 36 anni, casa a Motta Baluffi, Costantino Defrassu, 57 anni, originario di Nuoro, residente a Castelvetro, e Gurinderjeet Singh (detto ‘Gora’), 27 anni, residente a Robecco. Per l’accusa di ricettazione, gli indiani e il sardo avrebbero detenuto illegalmente e venduto ai killer la pistola calibro 7.65 da cui furono esplosi i colpi contro il dipendente albanese e il fucile marca Breda (rubato cinque anni prima ad un ottantenne di Ostiano) con il quale vennero freddati i coniugi. Chi invece è accusato di favoreggiamento è Gurinderjeet Singh: avrebbe dichiarato falsità al pm e aiutato i connazionali ad eludere le indagini. Uno degli imputati, Harjap Singh, è difeso dagli avvocati cremonesi Simona Bozuffi e Marco Tinelli.

Sara Pizzorni

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