Bilancio consuntivo 2015, approvazione del Consiglio
Riunito in seduta, il Consiglio comunale ha approvato il bilancio consuntivo dell'anno 2015. Molte le critiche avanzate dalle minoranze: dalla tecnicità del documento economico alle scelte operate dall'amministrazione. Piccata la replica della maggioranza: "è il gioco delle parti".
Con 14 voti a favore e 6 contrari, il Consiglio comunale ha approvato il bilancio consuntivo del 2015. La seduta si è svolta ieri sera in sala degli Ostaggi ed è durata circa 3 ore e 15 minuti. In apertura, l’assessore al Bilancio, Morena Saltini, ha delineato le linee principali del documento economico, con particolare riferimento alla situazione di partenza: “2,8 milioni di euro di deficit ed un tasso di rigidità elevatissimo”, a cui si aggiungeva “l’impossibilità di contrarre mutui per finanziare opere pubbliche”.
Molte le attività vantate dall’assessore nell’esercizio di gestione 2015: dalla Co-progettazione alle iniziative patrocinate dall’assessorato alla Cultura – non solo in chiave Expo – passando per l’inaugurazione del Museo d’arte organaria e dall’attenzione all’ambiente con il Pums e il Pric. Per l’assessore “il risultato finanziario del rendiconto è da ritenersi ottimo: l’avanzo di amministrazione al 31 dicembre è di 10.234.964,40 euro, con un incremento di 1.350 euro riferito all’avanzo di competenza e 1.297.160 euro di avanzo applicato”.
Numeri che non sono bastati a Simone Beretta (Forza Italia), il quale ha ravvisato nel rendiconto – anticipando il sentire comune della minoranza – un eccesso di tecnicismi: “il ragioniere capo ti imbirla talmente tanto che devi sprecare molto cervello per capire dentro le righe cosa ci hanno nascosto”. Ma posto che “non c’è alcun merito politico da parte di nessuno”, il forzista ha optato per la coerenza: “voteremo convinti contro, avendo votato a sfavore anche al bilancio di previsione”.
Oltre alla “mancanza di regia”, la capogruppo Ncd Laura Zanibelli ha rintracciato l’assenza di strategia e di capacità gestionale in un fatto preciso: “l’amministrazione ha previsto a novembre, in fase di assestamento, un incremento di spesa che poi di fatto non è stato attuato, in quanto si è speso di meno non solo dell’assestamento ma addirittura del preventivato”. Osservazioni condivise da Tino Arpini (Solo cose buone per Crema) e da Alberto Torazzi (Lega Nord), che riferendosi all’autovelox ha commentato: “da una giunta di sinistra ci si sarebbe aspettato un po’ più di equità”.
Del tutto contraria l’opinione di Emilio Guerini (Pd): “Riuscire a far quadrare questo rendiconto era molto complesso – ha spiegato – ma nonostante il quadro molto negativo del contesto in cui eravamo, fatto di deficit, tagli statali ed entrate una tantum incerte, alla fine il bilancio consuntivo è stato più che positivo: ha risposto con dignità alle esigenze, superando brillantemente il giro di boa”. Dello stesso avviso Sebastiano Guerini, del Patto Civico: rimbrottando “l’ingeneroso giudizio delle minoranze”, ha ricordato come “nessuno ha la bacchetta magica, ma il voto alle elezioni ha dimostrato che i cittadini non hanno apprezzato la gestione precedente”.
Se, da una parte, per il Movimento 5 Stelle il rendiconto di gestione è “un fatto prevalentemente tecnico”, dall’altra c’è chi, come Renato Stanghellini (Rifondazione comunista) ritiene sia una questione di priorità: “i commercianti e bottegai si lamentano di tutto ma non chiudono mai, ma oltre a loro bisogna ricordarsi che ci sono anche i cittadini”. Gianluca Giossi, capogruppo Pd, avrebbe preferito “discutere del consuntivo 2015, ma si è spaziato su tutto senza entrare nel merito di un preventivo difficile, che ha introdotto misure importanti, come la lotta all’elusione e evasione, che qualcuno in passato ha sempre eluso forse per non toccare la sensibilità di qualche cittadino”. E se Antonio Agazzi (Servire il cittadino) rileva come “fallimento e delusione siano i sostantivi che rintraccio tutte le volte che parlo con i cittadini”, per Emanuele Coti Zelati (SeL) le critiche della minoranza sono da iscrivere “nell’ennesima manche del gioco delle parti: non trovo nella discussione di stasera nessun elemento di originalità”.
Stefano Zaninelli