25 aprile, celebrazioni per la Festa della liberazione
Anche a Crema si sono svolte le celebrazioni per il settantunesimo anniversario della Festa della liberazione. I festeggiamenti ufficiali sono iniziati alle ore 10 con la funzione religiosa in Cattedrale, e sono poi proseguiti presso il famedio di piazza Duomo, dove il sindaco Stefania Bonaldi ha deposto una corona d’alloro. Assieme al primo cittadino hanno partecipato alla cerimonia i veste istituzionale gli assessori Angela Beretta e Paola Vailati, il consigliere Sebastiano Guerini e la deputata Cinzia Fontana.
“Spetta a questa ricorrenza – ha spiegato il sindaco – darci la misura del concetto di Liberazione, così come il 25 aprile di ogni anno dovrebbe avvenire. Una ricorrenza che a sua volta dev’essere liberata. Dall’abitudine innanzi tutto, perché ciò che diventa ripetitivo può cadere nella spirale dell’abitudinario, smarrendo la sua natura e riducendoci in una data. Quando il 25 aprile farà questa fine, quando smetterà di essere il mattone su cui si fonda la nostra democrazia, cioè il nostro modo di essere qui adesso, significherà che i morti per quella causa, che è la nostra causa, saranno morti davvero e per sempre”.
La lotta per la liberazione non deve rimanere relegata ai libri di storia e ai ricordi dei pochi. È un concetto attuale: le vite di chi ha combattuto la causa nazifascista sono “Blocchi di pietra su cui sono edificate le nostre città, anche Crema, che, con il Cremasco, ancora oggi deve lottare per la propria Liberazione contro le pretese di chi vorrebbe decidere come dobbiamo vivere noi e come ci dobbiamo accompagnare. Il Cremasco è stato liberato anch’esso in quel 25 aprile; se una politica arrogante e qualche vicino privo di storia e di rispetto pensa di assegnarci una vita decisa altrove, dovrà fare i conti con una comunità di quasi 170 mila abitanti, risoluta a camminare sui binari della propria storia, non sulle congetture di altri”.
“La Liberazione – ha proseguito il primo cittadino – è prima di tutto una cultura, un atteggiamento mentale, qualcosa che deve assolutamente continuare ad accadere tutti i santi giorni, per questo siamo impegnati a trasmettere questo dono ai nostri giovani, mettendoli a contatto con i valori della Costituzione”. Ma affinché il valore della celebrazione, e delle vite di chi ha dato la loro vita per libertà dell’Italia e degli italiani, non venga perso né disperso, “ciascuno deve sentirsi partigiano dei diritti delle persone, di qualsiasi provenienza e religione, già nella propria quotidianità, a partire da quando il compagno di classe viene deriso o il collega vessato”.
Secondo Paolo Balzari, presidente Anpi Crema, “Celebrare il 25 aprile è ricordare pagina importante della nostra storia, tenere vivo il ricordo dei nostri principi. La lotta di liberazione ha dato tanto anche a Crema: il ricordo non deve perdersi, per questo il nostro pensiero va a quegli uomini e donne che scelsero di stare dalla parte giusta. Li ricordiamo assieme agli oltre 600 caduti per libertà in territorio provinciale, senza dimenticare i tanti deportati nei campi di sterminio”. Per questo, ogni giorno, ciascuno di noi è chiamato a “fare in modo che quelle speranze non vengano illuse e quelle conquiste compromesse. Teniamoci stretto quello che i nostri padri e nonni hanno conquistato. Con la storia non si scherza: il 25 aprile sia per tutti noi il giorno da cui ripartire, in cui rilanciare il senso di responsabilità”.
Alla cerimonia in piazza Duomo ha preso parte anche Francesca Marazzi, che degli anni della Liberazione ha ricordi in prima persona. “Ricordo i versi di una canzone – ha detto – che facevano così: Siamo i ribelli della montagna, viviam di stenti e di patimenti, ma quella fede che ci accompagna sarà la legge dell’avvenir. Con la fine della guerra, con la Liberazione, abbiamo conquistato il diritto al voto delle donne, la Repubblica e la Costituzione, che tutt’oggi si dice sia la più evoluta d’Europa. Di tutto questo noi dobbiamo essere grati, o meglio dobbiamo ricordare il nostro passato glorioso”.
Previste nel pomeriggio sia la biciclettata partigiana nelle tappe storiche della liberazione cremasca, luoghi simbolo di chi pagò la fedeltà all’ideale della Resistenza con la vita, sia la festa popolare presso il centro culturale San’Agostino.