Politica

Referendum, niente quorum anche a Crema e in provincia

Il referendum del 17 aprile non ha raggiunto il quorum: la consultazione è nulla e l’intento abrogativo è fallito. Dunque, per le concessioni attive, l’attività di estrazione entro le 12 miglia dalla costa marina potrà proseguire fino all’esaurimento dei pozzi. Dei 50.675.406 elettori con diritto al voto si è recato alle urne il 31,19%, pari a 15.806.788 persone. Tra quelli che hanno espresso un voto la stragrande maggioranza – 85,84% – ha optato per il “sì”, ovvero consentire l’estrazione fino alla durata naturale della concessione.

Nella conferenza stampa indetta poco dopo la chiusura delle urne il premier Matteo Renzi ha dichiarato: “È un risultato, netto, chiaro, superiore alle aspettative e alle previsioni. Assisteremo nei prossimi giorni alla solita triste esibizioni di tutti i politici vecchio stile che dichiarano di aver vinto anche quando perdono. In questo referendum ci sono dei vincitori e ci sono degli sconfitti. Voglio essere molto chiaro: il Governo non si annovera nella categoria dei vincitori, ma crede che i vincitori siano gli operai, gli ingegneri, i lavoratori che domattina torneranno nei loro posti di lavoro, nelle loro piattaforme, nelle loro aziende consapevoli di avere un futuro e non soltanto un passato”.

Per essere valido il referendum avrebbe dovuto raccogliere l’opinione del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Invece, circa 7 elettori su 10 hanno disertato l’urna. Molto simile il dato registrato in provincia di Cremona: secondo il Ministero dell’Interno ha esercitato il diritto di voto il 29,68% degli iscritti – ovvero 80.993 votanti su 272.814 totali. Il 77,55% dei voti espressi è risultato a favore dell’abrogazione, mentre il 22,45% a sfavore; irrilevanti schede bianche e nulle, rispettivamente allo 0,9% e 0,85%.

Per quanto riguarda Crema, la distanza dall’andamento provinciale e nazionale è minima. Secondo i dati del Viminale si sono recati alle urne 7.635 cittadini su 26.408, pari al 28,91%. Dei votanti, il 77,76% si è espresso a favore dell’abrogazione mentre il 22,24% si è detto contrario – anche in questo caso è stato ininfluente il peso delle schede nulle e bianche, pari allo 0,74% e 0,95%. Stando al più recente aggiornamento dei dati (ore 10) del portale comunale, la discrepanza di voto tra maschi e femmine è minima, con i primi pari al 29,71 per cento dei votanti e le seconde indietro di 1,54 punti percentuali.

Anche nelle zone dove la battaglia referendaria ha puntato maggiormente, l’interesse dei cittadini al quesito abrogativo è risultato scarso. A Sergnano ha votato il 30,52% degli elettori, con il 78,33% di voti favorevoli e il 21,27% contrari. Stesso discorso anche a Bordolano: i votanti sono stati il 24,51% dei totali e si sono espressi per la maggior a favore del sì (71,29%).

Stefano Zaninelli

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