Politica

Enti locali, “si ascolti il parere di cittadini e amministratori”

“Se gli enti locali sono comunità naturali, è vitale prendere atto che Crema è vicina a Lodi, Treviglio o Milano, e lontana da Cremona, Mantova o Pavia. Distanze che non si misurano solo coi righelli sulle mappe ma chiamano in causa la vita reale dei cittadini, delle imprese, delle attività dei territori, leggendo i flussi economici e commerciali, così come quelli legati alla professione, allo studio, alla cura, al tempo libero”. Da qui è partita Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, nell’incontro di ieri a Lodi dal titolo Quale futuro per il Lodigiano e il Cremasco?.

Il punto di partenza è la riforma degli enti locali, entro la quale il governatore Maroni intende sostituire le 12 vecchie province con 8 nuovi cantoni. Ad oggi molti Comuni del territorio hanno deliberato la costituzione dell’Area omogenea cremasca, prima tappa suggellata con l’incontro di Villa Corti, lo scorso 15 maggio a Pieranica. Tra le opzioni per pensare al futuro del territorio, si fa strada l’ipotesi formulata dal consigliere regionale Agostino Alloni, che suggerisce di pensare al Cremasco come Area vasta. Gli amministratori cremaschi si stanno muovendo in questo periodo per le debite interlocuzioni.

Alloni consegna a Maroni la carta dell'ex provincia Crema-Lodi
Alloni consegna a Maroni la carta dell’ex provincia Crema-Lodi

“Riteniamo – ha commentato il sindaco Bonaldi – che il Cremasco come il Lodigiano registri una fortissima attrazione nella direzione del capoluogo lombardo e questo è  uno dei tratti di omogeneità che dobbiamo considerare, la collocazione prospettica verso Milano. È suggestivo, ma anche  realistico dunque pensare a un’Area Vasta dell’Adda, in grado di comprendere i territori collocati lungo le tre direttrici. La Via Emilia, fino a Lodi. La Paullese, fino al Cremasco. La Rivoltana, sino a Treviglio. Siamo omogenei a queste realtà, assai più che col basso Cremonese o col Mantovano, confinanti con l’Emilia. Con la TEM in 35 minuti siamo a Monza, impieghiamo due ore ad andare a Mantova”.

Cremasco e Lodigiano hanno molto in Comune: entrambi guardano a Milano e, circa due secoli fa, erano unite in un’unica provincia del Regno Lombardo-Veneto, hanno dimensioni demografiche simili e un tessuto produttivo con moltissime somiglianze. Altro punto di forza dell’unione riguarderebbe i servizi – le risposte ai bisogni delle persone – come quello giudiziario: dopo la chiusura del tribunale cremasco nel 2012, il trasferimento a Lodi sarebbe stato più vantaggioso per i cremaschi, ha evidenziato il sindaco.

“Ribadisco che ciò che deve contare è l’interesse delle persone che amministriamo, dei nostri concittadini. Il nostro auspicio di cremaschi è che, come per il percorso fatto per garantire la autonomia della nostra Asst prevalgano in questa riforma la forza e la cultura di un territorio, cioè di un’aggregazione che precede ogni tentativo di fondarlo tecnicamente”, ha chiosato il sindaco Bonaldi.

[Il discorso completo del sindaco Bonaldi]

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