Nuovi luoghi di culto, a che punto siamo in Lombardia
La Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale sui luoghi di culto approvando 2 degli 8 dubbi di costituzionalità avanzati dalla presidenza del Consiglio dei Ministri.
Nonostante tutto il rischio è quello di tornare al punto di partenza, o quasi. Il dibattito lombardo sull’edificazione di nuovi luoghi è destinato ad occupare ancora molto spazio sui quotidiani e nelle Tv. La partita regionale è ancora aperta, perché nonostante il pronunciamento della Corte costituzionale la giunta Maroni parrebbe intenzionata a non darsi per vinta, e anzi a rincarare la dose.
Le condizioni per la realizzazione di nuovi luoghi di culto sono state modificate lo scorso anno con la legge regionale 12/2015. Gli inasprimenti e le restrizioni erano tali e tante che la norma è passata alla cronaca con il nome di legge anti-moschee. A distanza di pochi mesi la presidenza del Consiglio dei Ministri ha fatto ricorso alla Consulta sollevando 8 dubbi di legittimità costituzionale. La Corte si è espressa a febbraio bocciando la legge, ma le motivazioni sono state rese note solo nei giorni scorsi.
Come spiegato nella sinossi (in allegato) della relazione, la Consulta ritiene che l’istituzione di un organo regionale che stabilisca se i requisiti socio-culturali di una religione valgano l’edificazione di un luogo di culto violi il “principio di eguaglianza nella libertà di religione e di culto”. Rispetto al piano delle attrezzature religiose, “la Corte ha ritenuto costituzionalmente illegittime le norme regionali, le quali esulavano dalle competenze regionali e assurgevano a veri e propri indirizzi di politica della sicurezza, materia riservata alla competenza esclusiva dello Stato”.
In particolare, delle 8 richieste avanzate dal Consiglio, la Consulta ne ha accolte 2: l’istituzione di una consulta regionale per aiutare i sindaci “sugli aspetti urbanistici della materia” e l’obbligo di video sorveglianza con costi a carico di chi realizza i luoghi di culto. Roberto Maroni – governatore della Lombardia – ha interpretato dapprima in maniera seccata il pronunciamento, salvo poi esultare in conferenza stampa commentando: “Maroni batte Renzi 6 a 2”.
Il governatore si è detto soddisfatto perché “l’impianto della nostra legge rimane in vigore. Questi due aspetti marginali li tratteremo con una legge regionale integrativa che approveremo la prossima settimana (questa, nda) in Giunta. La sostanza rimane e per la prima volta viene affermata la competenza delle Regioni a regolare la costruzione di nuovi luoghi di culto. Quindi, contrariamente a quanto è stato scritto, non è stata una sconfitta ma una bella vittoria della Regione Lombardia”.
E a Crema? Il 14 marzo il Consiglio comunale ha approvato la concessione di un’area in via Milano per nuove attrezzature religiose – fatto, questo, che ha innescato una dura presa di posizione di Giudesi e una controreplica del PD. L’area verrà assegnata tramite bando, in preparazione in questi mesi. Nella stessa seduta consiliare l’amministrazione ha rassicurato di aver pensato allo schema di bando anche in relazione alle restrizioni delle leggi regionali. Ad oggi l’incognita maggiore è data dal ricorso di Antonio Agazzi, il cui esito è atteso per l’estate.
[Consulta, la sinossi del pronunciamento]
Stefano Zaninelli