Referendum trivelle, il “sì” del Movimento cristiano lavoratori
“Recarsi alla urne per votare sì al referendum la prossima domenica 17 aprile è una scelta che, per noi uomini e donne del Movimento cristiano lavoratori, non va delegata a nessuno”. Questo quanto comunicato da Michele Fusari, presidente Mcl territoriale, in merito al quesito referendario sulle trivelle.
Com’è noto, il quesito riguarda le perforazioni entro le 12 miglia marine e chiede se si intenda abrogare la possibilità di estrarre fino all’esaurimento del giacimento o se, invece, limitare le attività alla durata della concessione.
Secondo Fusari “L’importanza del referendum va oltre il quesito stesso, perché rimette in gioco alcuni punti fondamentali. Il primo è la centralità dei cittadini, o meglio delle persone e delle comunità locali”, chiamati ad esprimersi in materia di politica energetica. “Altro fattore importante – prosegue – è che in questa consultazione popolare saremo chiamati a pensare al nostro futuro: occorre che ci si riappropri innanzitutto di esso, che si ricominci a pensare non solo all’oggi ma anche al domani”.
L’occasione del referendum pone al centro temi ambientali, economici e lavorativi. Secondo il presidente Mcl, sarà il banco di prova per vedere se gli apprezzamenti all’enciclica Laudato sì “sono stati facili osanna di circostanza, oppure un reale desiderio di fare chiarezza su temi tanto delicati quanto fondamentali”. Tema non certo trascurabile è quello degli ipotetici “danni ambientali che potrebbero deturpare i nostri mari a fronte di un vantaggio che non incide sul nostro fabbisogno energetico”. E partendo dal presupposto che tutti i beni terreni sono esauribili, il presidente Mcl conclude osservando come “Il fascino della prospettiva cristiana sul Creato sia proprio la consapevolezza di dover partecipare attivamente ad abbellirlo, assumersi le proprie responsabilità e avere il coraggio di fare scelte difficili e di scommettere sul futuro”.