Attentati terroristici di Bruxelles, le reazioni della politica locale
Fino a venerdì le bandiere istituzionali a palazzo comunale rimarranno a mezz'asta, listate di nero in segno di lutto verso gli attentati che hanno colpito Bruxelles. Per una parte degli esponenti politici cremaschi i fatti del 22 marzo dovrebbero indurre uno stop a luoghi di culto islamici.
A poche ore dai tragici fatti di Bruxelles, “la comunità musulmana di Crema condanna con la più forte determinazione l’attentato terroristico commesso con una violenza inaudita a Bruxelles nella mattina di martedì 22 marzo. Così pure per quelli commessi in Turchia e in Costa d’Avorio la settimana scorsa. I nostri pensieri vanno alle vittime e alle loro famiglie alle quali esprimiamo la nostra totale solidarietà nella terribile prova che stanno vivendo”. Questo il messaggio di Bouzaiane Dhaouadi, presidente della Comunità islamica cremasca. Come lui, sugli attentati in Belgio si sono espressi alcuni esponenti della politica locale. Queste le principali reazioni.
LUTTO – Già nella mattinata di ieri l’amministrazione ha listato a lutto le bandiere esposte in Comune. “Siamo sconvolti – ha commentato il primo cittadino – dalle atroci notizie che ci danno conto dell’ennesima strage frutto dell’odio, della cieca violenza, del fanatismo. Questa volta è stata colpita Bruxelles, capitale dell’Unione Europea e sede delle principali istituzioni comunitarie. Il fatto che i terroristi abbiano colpito il luogo simbolo della più importante istituzione che sia stata concepita a salvaguardia della pace tra i popoli, deve farci riflettere sul valore dell’unità. Dove regna la discordia si annida la violenza; solo il dialogo, il confronto, la collaborazione reciproca salvaguardano la pace. A nome dell’intera comunità cremasca, sento il dovere di unirmi al cordoglio unanime per le vittime degli attentati”.
DEMOCRAZIA – Con un messaggio affidato alla sua pagina Facebook, il sindaco Stefania Bonaldi ha commentato: “Sono tra le persone convinte che sia il tempo delle domande, del sangue freddo e della civiltà. Le soluzioni non sono a portata di mano, ma non possiamo inventarne uscendo dai binari della nostra tradizione. L’Italia negli anni ’70-’80 sconfisse il terrorismo con le armi della democrazia, le più efficaci, quelle che i nemici dell’Europa non sopportano. La democrazia genera democrazia, per questo dobbiamo attaccarci ad essa con tutte le nostre energie, coltivandola e scegliendo sempre le soluzioni che creano concordia, anche nel nostro piccolo. Le risposte emotive, le strumentalizzazioni culturali e politiche, fanno il gioco degli assassini e di chi vuole trasformare le nostre comunità in luoghi di conflitti permanenti”.
PACE – Dello stesso avviso anche Agnese Gramignoli, coordinatrice di Sinistra Ecologia e Libertà: “In questa fase occorre reagire in maniera coesa e responsabile alla folle barbarie del terrorismo di matrice jihadista. Ieri era il giorno del cordoglio per le vittime, non delle polemiche. Da oggi sarà necessario riflettere, per rivedere il modello di convivenza e di integrazione, ma senza smarrire il filo di un’Europa che si fonda sulla pace e che non può essere il luogo in cui si consumano conflitti che producono un arretramento rispetto ai nostri valori. I valori di un’Europa democratica e solidale non sono negoziabili. È quello che vogliono i terroristi islamisti e non glielo dovremo concedere”.
STOP – Toni nettamente contrari quelli utilizzati da Antonio Agazzi, capogruppo comunale della lista Servire il cittadino, strenuo oppositore dell’insediamento di un luogo di culto musulmano a Crema: “Parigi ieri, Bruxelles oggi dicono che è fallita un’idea di accoglienza, di convivenza pacifica, di integrazione, di “multiculturalismo”: di cos’altro hanno bisogno Bonaldi e il centro-sinistra cremasco per comprendere ciò che, drammaticamente, è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliano guardare in faccia la realtà? Ancora una volta chiedo loro di fermarsi: stop al Centro culturale arabo, su area pubblica, in Via Milano, a Crema”.
CAMPAGNA – “Il Movimento giovani padani di Crema – spiega il coordinatore Daniel Bressan – ha lanciato una campagna sui social network, sono state pubblicate foto di giovani cremaschi con in mano un cartello con la scritta Io non ho paura, per ribadire che non non ci faremo condizionare dalla paura come vorrebbero i terroristi. Gli attentati di Parigi e Bruxelles rappresentano il fallimento della politica dell’integrazione e del multiculturalismo che il Partito Democratico e la sinistra stanno imponendo forzatamente anche a Crema. Pochi giorni fa è stato approvato il bando che porterà con tutta probabilità alla creazione di una moschea a Crema. Davanti alla cruda realtà dei fatti il buon senso impone uno stop immediato a questo bando”.