Politica

Area omogenea cremasca, i sindaci pensano ad “azioni più incisive”

L’istituzione dell’area omogenea cremasca non è tra le priorità di Roberto Maroni, governatore della Lombardia. “Poco male” commenterebbe qualcuno se la notizia si esaurisse in questo modo. Ma così non è: parrebbe anzi il contrario, che dalla Regione alla provincia siano in molti a ritenere “totalmente marginale il ruolo dell’area omogenea nei progetti di riorganizzazione territoriale”.

A segnalarlo sono tre sindaci dell’area omogenea stessa (Lupo Stanghellini, Grassi e Signoroni), che in un documento inviato ai colleghi cremaschi sottolineano alcuni degli aspetti emersi venerdì scorso a Cremona, durante l’incontro con il governatore Maroni. Preoccupa che, oltre nella relazione del presidente regionale, il Cremasco non abbia trovato spazio “soprattutto negli interventi del presidente della provincia Carlo Vezzini e del sindaco di Cremona Gianluca Galmiberti, i quali non l’hanno mai citato”, osservano i primi cittadini. Altri aspetti critici emersi durante l’incontro riguardano “l’accettazione senza nessuna osservazione critica di un’aggregazione di Cremona con Mantova, con la prima in posizione subalterna in cambio di un piatto di lenticchie o poco più (l’autostrada Cremona-Mantova e il potenziamento della rete ferroviaria con Milano); l’impossibilità di identificare l’area omogenea con un’area vasta, quindi di giocare un ruolo autonomo di interlocuzione diretta con la Regione; infine, l’assenza di ogni riferimento al ruolo che, comunque,  anche in un’area vasta, qualunque essa sia, potrebbe svolgere il Cremasco”.
I primi cittadini non ci stanno a vedere ridimensionata l’autonomia dell’area omogenea, comunque prevista dall’articolo 8 dello statuto provinciale. “Chiediamo di utilizzare questa possibilità fornita dallo statuto provinciale e invitiamo i sindaci del Cremasco di unirsi per percorrere questa possibilità di costituire aree omogenee anche sovra provinciali”, commentano i primi cittadini. Il pensiero vola subito al confine lodigiano, verso il quale il dialogo è più che una speranza. L’obiettivo auspicato anche dal sindaco di Crema è quello di poter entrare a far parte dell’area metropolitana milanese, “realtà a nostro avviso più affine con le esigenze del territorio cremasco, oltre ad essere una realtà geograficamente più vicina e funzionale. Pensiamo – concludono – sia giunto il tempo che parallelamente a dibattiti, incontri e convegni debbano essere intraprese azioni più incisive”.

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