Progetto varchi elettronici, tutte le ragioni del “sì”
Nella foto, un momento dell’ultima assemblea dei soci Scrp.
“Non ho l’impressione di una truppa scoordinata di sindaci, né quella di un lavoro che presenti sbavature. Progetti come quello dei varchi sono complessi, riguardano tematiche di non immediato dominio. E al contrario di come qualcuno la vuole rappresentare, la realtà dei fatti non è avvolta da una cortina fumogena. È un processo lineare, ed è giunta l’ora arrivi al traguardo”. Così il sindaco Stefania Bonaldi replica alle accuse riguardo l’ultima assemblea dei soci di Scrp.
ITER – Tiene banco la discussione sul progetto dei varchi elettronici, ideato in origine anni fa. Sull’onda dei fatti del 13 novembre 2015 i sindaci hanno ripreso in mano il progetto, sganciando però i varchi dalla tecnologia degli autovelox. A dicembre si è costituito il gruppo di lavoro, che ha elaborato un’altra bozza con un maggior numero di varchi: uno per ogni Comune. Presentato al Comitato ristretto dei sindaci, è stato sottoposto alle due residenziali, infine portato in assemblea a Crema.
ADESIONE – Nell’ultima riunione è stata chiesta una conta dei favorevoli per capire l’opportunità di declinare il progetto in chiave pratica. Richiesta bocciata, in virtù della natura “informativa” dell’assemblea. “È ora di capire chi ci sta e chi no – spiega il sindaco di Castelleone, Pietro Fiori – disegnare la mappa dei varchi e valutarne l’efficacia. È un progetto virtuoso, sostenuto anche dalla Forze dell’ordine, in grado di prevenire, monitorare e reprimere la criminalità. Dopo 4 assemblee e tante chiacchiere, serve proseguire e arrivare a una decisione, con tutta la serenità del caso”.
SISTEMA – Come sottolineato anche dal vicequestore Daniel Segre e dal capitano Giancarlo Carraro, il progetto ha senso in un’ottica di sistema: più alta è la percentuale di Comuni aderenti, maggiore è l’efficacia della rete di varchi. È il concetto di immunità di gregge: ne beneficerebbero anche paesi che non appartengono alla rete degli aderenti. Ed è per questo che “al pari di battaglie come quella dell’autonomia ospedaliera e della gara rifiuti – aggiunge Guido Ongaro, sindaco di Madignano – si tratta di un progetto che identifica il territorio”.
TERRITORIO – Prosegue Ongaro: “il problema della sicurezza va affrontato in ottica territoriale, non ognuno all’interno del proprio piccolo Comune. Il progetto identifica un territorio – io auspico il più ampio possibile – che affronta un problema con una logica comune”. Se non andasse in porto? “Sarebbe il segnale che si parla di lavorare insieme, ma poi qualcuno, quando è il momento di prendere decisioni, non sa rinunciare a qualcosa di personale”.
RESPONSABILITÀ – L’idea è quella di finanziare i varchi con le risorse liberate dall’integrazione A2A-Lgh. Qualche sindaco però ha storto il naso: i soldi fanno gola (e servono) a tutti. Tuttavia, osserva Gianni Rossoni, sindaco di Offanengo, “la sicurezza è un tema che interessa tutti, dobbiamo dar seguito alle parole”. La conta del 15 marzo molto dirà rispetto alla coesione del Cremasco come area omogenea: “il riordino degli enti locali vede protagonisti sindaci e Comuni. È una responsabilità. Anche per questo dobbiamo fare uno sforzo e condividere la progettualità, nell’interesse del territorio”.
Stefano Zaninelli
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