Economia

Lavoro: nel 2015 occupazione +0,5%, bene le femmine

Timidi, ma presenti: i segnali di miglioramento del mercato del lavoro provinciale non sono fantasia. Lo confermano le statistiche Istat per l’anno 2015. L’andamento ricalca da vicino quello dell’anno 2014 ma con variazioni ridimensionate: cresce il numero di occupati e diminuiscono i senza lavoro; rimane pressoché invariata la quota di inattivi. Molto instabile il mercato del lavoro giovanile, dove lo scoraggiamento è ancora forte. Guardiamo i dati nel dettaglio.

PARTECIPAZIONE – Nel 2015 hanno preso parte al mercato del lavoro circa 164 mila persone, 20 mila in meno rispetto all’anno precedente. Tra questi 164 mila – dette anche forza lavoro – 7 su 10 sono attivi, ovvero hanno un’occupazione o la stanno cercando, mentre i restanti sono inattivi. In quest’ultima categoria rientra chi non ha un’occupazione e non la cerca, come studenti, casalinghe e inabili al lavoro. Mentre il numero di femmine è rimasto fermo a quota 70 mila, il calo è tutto da ascrivere alla categoria maschile, nel 2015 pari a 94 mila persone.

OCCUPAZIONE – Tra tutti i dati spicca l’aumento del tasso di occupazione. Rispetto al 2014 ha fatto registrare un incremento dello 0,5% arrivando a toccare il 65,1% – fatto, questo, che non accadeva dal 2009, quando il tasso iniziava la picchiata. Osservando i dati disaggregati per genere si scopre che il miglioramento proviene dal mondo femminile, dove il tasso di occupazione (il rapporto tra il numero di donne occupate e la popolazione femminile) è passato dal 55,3% al 56,8%. Molto peggio fanno i maschi: gli occupati si attestano al 73,1% perdendo mezzo punto percentuale.

DISOCCUPAZIONE – Buone notizie anche dal fronte della disoccupazione. Tra 2014 e 2015 i senza lavoro sono diminuiti dello 0,5% (1315 disoccupati in meno), arrivando al 6,9%. Marcato il miglioramento del comparto maschile: il tasso di disoccupazione è sceso dal 7% al 6,2%; apprezzabile anche la diminuzione tra le donne, dove la quota di senza lavoro è passata dall’8,5% al 7,9%. Sebbene la situazione generale sia lusinghiera rispetto a quella regionale e nazionale – 7,9% la prima, 11,9% la seconda – rimane ancora piuttosto distante dai livelli pre-crisi (4,1% nel 2008).

INATTIVITÀ – Impercettibile la variazione del numero di inattivi, arrivata al 30% nel 2015 con un aumento dello 0,1% rispetto all’anno precedente. L’inattività continua invece a guadagnare terreno nel mercato del lavoro dei giovani tra i 15 e i 14 anni: nel giro di 12 mesi è passato dal 67,1% al 75,8%, con livelli pressoché simili sia tra i maschi (73,5%) sia tra le femmine (78,3%).

Stefano Zaninelli

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