20 immobili confiscati
a mafia: solo due
sono stati riutilizzati
18 immobili confiscati alla mafia in provincia di Cremona, che non sono ancora stati messi a disposizione della comunità e che restano vuoti, inutilizzati. Soltanto due, invece, sono stati re-immessi nel circuito: una vera anomalia nel panorama regionale dove invece il tasso di riutilizzo è molto più alto. Il dato è emerso nel corso della presentazione presso il Consiglio regionale del rapporto Eupolis Lombardia. Tra i relatori anche il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, il Presidente della Commissione regionale Affari Istituzionali Carlo Malvezzi e Nando Dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata presso l’Università degli Studi di Milano.
In Lombardia i beni immobili confiscati sono 1266, il 7,2% del totale delle confische nazionali. Dei 20 collocati in provincia di Cremona, 18 sono ancora sotto la gestione dell’ANBSC, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, mentre gli altri 2 sono stati mantenuti dallo Stato per finalità istituzionali. Nessun bene è stato messo ancora a disposizione degli enti e delle realtà territoriali: la ragione pare stia in una certa inerzia da parte degli enti locali. Tre abitazioni in villa, quattro appartamenti in condominio, tre box e altre tipolgie di edifici: questa la sintesi degli immobili a disposizione.
In Lombardia quasi il 50% dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata è già stato destinato agli enti territoriali. Il 42% dei beni viene utilizzato per finalità di housing sociale, il 10% per finalità educative (asili e centri educativi), il 16% per assistenza a disabili e anziani. Solo l’8% dei beni viene riutilizzato peattività produttive, economiche ed in genere imprenditoriali.
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