San Bartolomeo, il
Campus “consuma suolo
e aggrava il traffico”
Nella foto, una parte dello scheletro dell’ex scuola di CL.
“Si tratta di una vera e propria rappresaglia, beffardamente e spudoratamente messa in atto dalla parte politica a suo tempo responsabile della fallimentare operazione di uso privato di denaro pubblico che ha consegnato alla città di Crema l’ormai tristemente noto scheletro edilizio”. Così il Comitato per l’utilizzo pubblico della ex scuola di CL bolla la pretesa della Regione di restituzione di 1 milione di euro – liquidato a suo tempo per la realizzazione del campus in viale Europa – e il blocco dei trasferimenti al Comune di Crema a mo’ di compensazione.
CAMPUS – Il Comitato ribadisce il sostegno alla battaglia del sindaco, a sua volta supportata dal Consiglio comunale. Rispetto “allo stanziamento di 11 milioni di euro per la realizzazione in zona San Bartolomeo di un complesso edilizio secondo il progetto originario (che per altro prevedeva una spesa di 23 milioni), il Comitato, pur riconoscendo l’assoluta necessità di garantire un nuovo spazio alla popolazione scolastica del cremasco, ribadisce la contrarietà relativamente all’ubicazione in un’area che racchiude 4 istituti scolastici e l’ospedale”.
CRITICITÀ – Due le principali criticità messe in risalto dal comitato: la prima è l’afflusso di veicoli: “L’aggiunta di una nuova scuola (circa 1500 persone tra studenti e personale) renderà ancor più problematica una situazione già compromessa”. La seconda, il consumo di suolo: “È prevista la costruzione di un parcheggio e di una strada di collegamento”. “L’uso del temine campus, ripetutamente evocato a sproposito in riferimento a simile ammucchiata di complessi scolastici del tutto indipendenti l’uno dall’altro, suona sciaguratamente ironico”.
AMAREZZA – Da sottolineare, poi, il sentimento di “profonda amarezza nel constatare il depotenziamento dell’autonomia decisionale dei Comuni da parte delle istituzioni statali e regionali, con la conseguenza di privare le amministrazioni locali dei necessari strumenti legislativi e normativi atti ad intervenire, nell’interesse del bene della comunità, con la necessaria prontezza e flessibilità in situazioni come quella che si è venuta a creare nella nostra città”.
PRESIDIO – Non finirà qui la battaglia del Comitato: i referenti confermano l’impegno a vigilare sugli sviluppi della vicenda,“impedendo operazioni politico-amministrative mirate ad un cambiamento della destinazione d’uso a suo tempo individuata. A questo fine – concludono – è stata individuata la data del 12 marzo per realizzare un momento di intervento nella forma un presidio pomeridiano in piazza Duomo con lo scopo di riaprire un canale di comunicazione e contatto con la cittadinanza”.
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