Ex scuola Charis,
il Consiglio unanime
contro la Regione
Nella foto, un momento del Consiglio comunale.
Radunato in seduta ieri sera, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità il documento (in allegato) con il quale respinge la pretesa di Regione Lombardia di vedersi rifoderato il milione di euro versato per la realizzazione della scuola della Fondazione Charis. Seduta consiliare piuttosto dibattuta, considerato che il documento posto in votazione proveniva da una riunione dei capigruppo convocata appositamente per stilarne i contenuti, con l’esplicito obiettivo di trovare il più largo consenso politico. Veniamo ai fatti.
DELIBERA – Come spiegato dal sindaco Stefania Bonaldi, con la mozione il Consiglio: “respinge la richiesta avanzata dalla Regione il 18 gennaio di riconoscere alcun debito in merito alla vicenda Cascina Valcarenga; chiede alla Regione di accertare l’insussistenza del credito vantato verso il Comune di Crema e attestare che il medesimo è vantato nei confronti di Fondazione Charis; contesta la legittimità della pretesa della Regione di compensare tale presunto credito con altri contributi in corso di erogazione al Comune di Crema; fa salvo il ricorso ad ogni azione legale per tutelare il Comune e la comunità cremasca”.
FASCE DEBOLI – Le compensazioni attuate dalla Regione, ha spiegato Angela Beretta, assessore al Welfare, hanno gravi ripercussioni sulle fasce più deboli: “sono 98 le domande ritenute utili, per un importo di circa 90 mila euro che in questo momento la Regione non ritiene di trasferire”. Si tratta di domande di agevolazione presentate allo Sportello Affitti per il grave disagio economico e per il Reddito di autonomia, entrambe iniziative della Regione. A ciò si aggiungono altri contributi bloccati per l’abbattimento delle barriere architettoniche, “tutti interventi – ha concluso Beretta – che incidono fortemente sulla qualità della vita di una categoria di persone già di per sé molto provata”.
DUBBI – Molti i dubbi esposti da Laura Zanibelli, capogruppo Ncd: “questa mozione ha effetto di blocco sull’azione di compensazione da parte di Regione? Qual è l’impatto della compensazione sugli equilibri di bilancio? Si apra la strada ad azioni legali in ambito civilistico, ma azioni di questo tipo hanno tempi ed effetti certi?”. Domande sono pervenute anche da Alberto Torazzi, capogruppo della Lega: “la compensazione era un atto dovuto da parte della Regione? Corte dei conti può impugnare il fatto che Regione faccia tutti i passi possibili verso tutti i debitori? Perché nel 2013 non abbiamo fatto ricorso alla richiesta della Regione? Credo avremmo dovuto cercare di risolvere il più possibile in bonis”.
POLITICA – Diverso l’indirizzo che Simone Beretta – capogruppo di Forza Italia – preferirebbe imprimere alla vicenda. Essendo la mozione un atto prettamente politico (per ovvi motivi non potrà bloccare il meccanismo di compensazione attuato dalla Regione), prima di affiancare alle azioni politiche quelle legali “facciamo sì – ha suggerito il consigliere – che i consiglieri regionali lo affrontino all’interno dei loro gruppi, perché se non finirà come deve finire, sarà davvero la sconfitta della politica”. Alessandro Boldi, capogruppo del M5S, ha sottolineato come “le responsabilità politiche vanno chiarite: sono distribuite a cavallo di più di una amministrazione”.
RISPOSTE – Rispondendo ad alcune delle domande poste dall’opposizione, il segretario comunale Maria Caterina De Girolamo ha spiegato che “è un dovere in capo a ciascun soggetto pubblico l’intero procedimento per il recupero del credito; non posso però dire io se la scelta della Regione sia giusta, condivisibile o inaccettabile”. Il sindaco ha inoltre specificato come “nel 2013 non abbiamo fatto ricorso al Tar rispetto alla richiesta della Regione perché ritenevamo che i nostri argomenti fossero adeguati a convincere la Regione stessa dell’assurdità della loro pretesa, oltre al fatto che ci era stata garantito non ci sarebbero state istanze nei nostri confronti”.
AZIONI – Secondo il capogruppo PD Gianluca Giossi “lo scandalo è quando la Regione trattiene i soldi al Comune mentre si insinua nel credito verso Fondazione Charis, che ha ricevuto milione di euro da un Comune ridotto a fare da passamano; dopodiché, potremmo anche chiederci come mai il Comune abbia voluto entrare in una partita così ampia, e perché abbia redatto una delibera con cui ha cambiato le carte in tavola. Rimane il fatto che ora è giusto che il Comune non stia più fermo e rivolga lo sguardo all’ipotesi di intraprendere azioni legali. Anche perché è davvero brutto sentire, come ha spiegato l’assessore Beretta, che la Regione taglia fondi alle categorie più deboli della nostra società”.
REPONSABILITÀ – Perplesso dalle critiche del centrodestra, Renato Stanghellini (Rifondazione comunista) ha commentato: “ora sembra quasi che il colpevole sia il nostro sindaco, ma sforzando un po’ la memoria storica ricorderemo che la maggioranza precedente ha fatto da passamano dei soldi della Regione firmando di tutto e di più per questa Charis, e noi oggi veniamo qui a salvare cosa?”. D’accordo anche Emanuele Coti Zelati, capogruppo di SeL: “questo milione di euro ha una data e responsabilità politiche precise, che non sono a cavallo di più amministrazioni ma sono dell’amministrazione Bruttomesso. Se è legittimo che Regione Lombardia chieda il milione di euro, è molto meno legittimo che lo chieda al Comune di Crema, e meno ancora che trattenga solidi destinate a categorie deboli”.
[Clicca sul link per visualizzare la mozione presentata dal sindaco]
Stefano Zaninelli
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