Unioni civili,
“il registro è una
conquista di civiltà”
“Desidero rimarcare l’importanza di un percorso, portato avanti da Stefania Bonaldi, sindaco di Crema, che è esattamente quanto da lei stessa dichiarato: una conquista di civiltà”. Questo il commento di Franco Bordo, deputato cremasco di Sinistra italiana, in merito ai primi 6 mesi del registro delle unioni civili istituito a Crema.
POSSIBILITÀ – Ad oggi il registro delle unioni civili di Crema non conta iscritti, nonostante qualche coppia si sia già fatta avanti per chiedere informazioni. Secondo il parlamentare cremasco, “un diritto è un diritto, per l’appunto, non un’imposizione: è la possibilità, per le coppie, di far registrare la propria convivenza. La scelta del Comune di Crema, insieme a quella di tante altre città, è senz’altro servita a far crescere l’attenzione in merito a un grave vuoto legislativo, il riconoscimento delle unioni civili”.
EUROPA – Dei 28 paesi membri dell’Unione Europea sono 14 quelli che hanno previsto il riconoscimento dei matrimoni gay a livello legislativo: “parlo dell’area scandinava, della penisola iberica e dei nostri dirimpettai francesi – aggiunge Bordo – le unioni civili sono riconosciute a livello nazionale in Svizzera, Austria, Germania, Ungheria, Croazia, Grecia. Inutile dire che l’unico Stato fondatore dell’UE a essere indietro sulla questione è proprio l’Italia”.
DDL CIRINNÀ – “Mentre ci facciamo bagnare il naso pure dal Lussemburgo (mezzo milione di abitanti nel cuore d’Europa e un primo ministro, Xavier Bettel, felicemente sposato con il suo compagno), l’impegno dei Parlamentari di Sinistra italiana è oggi proteso a raggiungere un obiettivo importante, l’approvazione del Ddl Cirinnà, con cui iniziare a porre fine a un’odiosa discriminazione subita da tanti italiani e italiane”, aggiunge il deputato di Sinistra italiana.
BENALTRISMO – “Per quanto riguarda, infine, l’indice di priorità in materia (rispetto ad altri temi caldi, come lavoro e accoglienza dei migranti), occorre tenersi alla larga da ogni benaltrismo: le conquiste dei diritti collettivi e dei diritti individuali sono sempre andate di pari passo, il raggiungimento dei primi ha preparato il terreno per l’aumento dei secondi, ma anche viceversa. Da ciò, tra le altre cose – conclude Bordo – si misura la civiltà di un Paese che si dice moderno, aperto e democratico”.
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